L’Oro di Napoli e le pizzelle ogg’ a otto Le pizzelle fritte, street food napoletano
Questa delizia alla portata di tutti era nota come pizza ogg’ a ott’.
La locuzione si riferiva invece alla possibilità di mangiare subito e pagare dopo otto giorni. Questo pagamento posticipato permetteva al popolo affamato di sfamarsi e di sperare nel frattempo in un lavoro saltuario o in una vincita per poter saldare il debito e prendere un’altra pizza.
L’oro di Napoli
Assolutamente da vedere per tradurre in immagini i racconti è la meravigliosa rappresentazione fatta da Vittorio de Sica in L’oro di Napoli, il film tratto dai racconti di Giuseppe Marotta. Nell’episodio Pizze a Credito, una giovanissima Sofia Loren interpreta la moglie del pizzaiolo, che ha la sua botteguccia nei bassi del quartiere Stella e stende le pizze, mentre il marito le frigge su un fornello portatile. Il neorealismo in cui il film si inserisce si colora, grazie alla Loren, di una velata malizia e di un umorismo malinconico. A un tratto il pizzaiolo si accorge che la moglie non ha più al dito un preziosissimo anello di smeraldo, suo dono di nozze, ed entrambi partono alla disperata ricerca di colui che può aver mangiato la pizza con l’anello dentro, anche se Sofia sa bene che la verità è un’altra…
La versione del cuore
La versione per me più classica, che preparavano le mie zie di Napoli, è quella in cui si condiscono le pizzelle calde con salsa di pomodoro al basilico e formaggio grattugiato (io preferisco il pecorino); vi segnalo un’altra farcitura sfiziosa con fettine di formaggio di capra semistagionato e fettine di pera, completando con una spolverata di pepe.
- Per circa 15 pizzelle piccine del diametro di 12-13 cm
- 300 g di farina
- 180 g circa di acqua (può variare a seconda dell'assorbimento della vostra farina)
- 10-12 g di lievito di birra fresco
- 1 cucchiaino di sale
- 1 cucchiaino di miele
- sughetto preparato con 5 pelati, aglio, olio, (basilico se in stagione)
- pecorino grattugiato
- 4 piccole pere
- formaggio semistagionato di capra
- pepe
- Sciogliere il lievito in un poco d'acqua con il miele (o zucchero di canna). Iniziare a impastare, aggiungendo gradualmente l'acqua, fino ad ottenere un impasto morbido ma non appiccoso. Mettere in una ciotola appena unta a lievitare fino al raddoppio.
- Nel frattempo di può preparare in sugo o affettare gli ingredienti per altre farciture.
- Formate le palline di impasto e portate l'olio a temperatura. Poi allargate le pizzelle, una per volta, subito prima di immergerle nell'olio bollente. Io ne ho fritte due o tre per volta.
- Ancora calde, guarnitele con sugo e pecorino o con il formaggio di capra in modo che si sciolga.
- Per impastare io parto sempre da "g di acqua=50% di g di farina + un po'". Dipende sempre dall'assorbimento della farina che usate.
Le pizzelle non si possono preparare in anticipo, perché perderebbero la croccantezza. Quindi vanno fatte e mangiate…giusto il tempo per fare qualche foto!
fameee!
è sempre l'ora delle pizzelle!!! 😀
Che bel post! Un film che dovrai farmi vedere allora, sai che sono carente sul cinema neorealista! Ottime le pizzelle, soprattutto quelle rivisitate! 🙂
Questo film tra i neorealisti è un po' anomalo, è più divertente e leggero…si vede che è un piacere!!! 🙂
l'ho visto tempo fa quel film, istruttivo per capire l'Italia del dopo-guerra e molto divertente
ho appena finito di cenare, ma mangerei volentieri le tue pizzelle
Grazie Mariangela, le pizzelle sono proprio sfiziose…anche solo un assaggio ci va!!!
io le adoro queste pizzelle, ma in fondo a chi non piacciono?!
Molto originale la tua versione "sfiziosa"! COmplimenti 🙂
PS. Oggi ho postato il colore per la tua sfida! A presto
Hai ragione…a chi non piacciono?!? 😀
Quando c'è il fritto di mezzo, tutto diventa più buono!! 🙂
Nooo!!! La pizza fritta!!!! Mia nonna la faceva sempre il venerdì!!!! (da buona campana, venerdì niente carne!) però nel sugo non mancavano mai i capperi….prova, non te ne pentirai!!!
Pensa che mio padre è anche un sostenitore di "cibo fisso in giorno fisso", tipo martedì spaghetti al pomodoro, mercoledì minestrone, venerdì pesce e sabato pizza, della serie niente sorprese… Io invece, non ripeto mai lo stesso piatto!!! 😀
buone buone, adoro l'abbinamento formaggio-pere! Buon we!
e anche l'abbinamento formaggio-dolce!! 😀
Un post da 10 e lode! Parola di prof 😉