Una giornata a Volpedo In provincia di Alessandria, tra i Borghi più belli d'Italia
Volpedo, a pieno titolo tra i Borghi più belli d’Italia, è un paese in provincia di Alessandria, conosciuto per le sue pesche e soprattutto per aver dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza.
Volpedo più bella d’Italia
È inserita nel circuito dei Borghi più belli d’Italia (a proposito, se siete in zona, ce ne sono altri due in provincia di Alessandria: Garbagna e Cella Monte) e una visita nel pomeriggio, nella golden hour, da quelle parti è ricca di scoperte.
Il paese di Volpedo si situa proprio alla confluenza tra Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia ed è perciò comodamente raggiungibile da ben quattro regioni: dovrebbe essere visitatissimo e invece al nostro arrivo troviamo poca gente e una quiete surreale.
Ma forse è proprio questa l’attrattiva più grande. È bello perdersi per le viuzze linde e ben curate, pavimentate di ciottoli di fiume o sanpietrini, tra le case in pietra e le finestre ornate di fiori.
Esiste una stele, incastonata ora nella canonica parrocchiale, datata I secolo dopo Cristo, ma la zona era già abitata da antiche popolazioni di Liguri. L’agglomerato di case prende il nome di vicus o vulpeculus, ovvero “villaggio” e a un certo punto diventa Vicus Pecudis, villaggio delle pecore (XII secolo).
Nel 1513 Volpedo è guelfa e viene sconfitta e distrutta dal villaggio contiguo, separato solo dal torrente Curone, di Monleale, che era invece ghibellino. Vennero rase al suolo le mura del castrum, ricostruite poi nel 1589 quando Volpedo passò sotto il dominio spagnolo di Milano.
La principale attrattiva architettonica di Volpedo è la pieve romanica di San Pietro, edificio attestato nei documenti già dal 965, dalla caratteristica struttura in mattoni e ciottoli di fiume. Al suo interno troviamo affreschi pregevoli, attribuiti alla scuola dei tortonesi Manfredino e Franceschino Boxilio (XV-XVI secolo), scuola attiva anche nel Duomo di Milano.
Resta anche una piccola parte dei bastioni cinquecenteschi che racchiudevano il nucleo più antico del borgo.
La chiesa parrocchiale di San Pietro, ottocentesca, sorge invece nel luogo dove vi era la casa del beato Giovannino Costa, pastorello ucciso nel 1468, del quale vennero incolpati alcuni ebrei, con il movente dell’odio portato alla religione cattolica. Il beato Giovannino è il patrono del paese, mentre all’interno della chiesa si conserva un San Luigino, opera di Pellizza da Volpedo.
Giuseppe Pellizza da Volpedo
Giuseppe Pellizza nasce e muore a Volpedo (1868-1907) ed è esponente italiano del divisionismo e poi della pittura di carattere sociale. La sua opera più nota è “Il quarto stato” che trae origine da un dipinto che rappresentava una manifestazione operaia proprio nella piazza Malaspina a Volpedo. Da lì Pellizza dipinge prima “La Fiumana” e poi l’enorme tela de “Il quarto stato” oggi conservata al museo del Novecento di Milano.
A Volpedo l’opera è rappresentata a grandezza naturale sul muro di questo edificio.
Interessante scoprire che Pellizza prese a modello per le figure più delineate del dipinto una decina di reali abitanti di Volpedo dei quali ancora oggi si conoscono i nomi e le occupazioni. La donna in primo piano è Teresa Bidone, moglie di Pellizza dal 1892.
La produzione di questo artista però è molto più ampia e a Volpedo alcuni dei suoi quadri sono stati riportati laddove egli ebbe l’ispirazione e li dipinse, con un’emozionante sensazione di salto nel tempo.
Pellizza scelse di non lasciare Volpedo e aggiunse ancora in vita “da Volpedo” alla sua firma. Nel 1966 le figlie donarono al Comune lo studio-atelier del padre, oggi visitabile e all’interno di itinerario che tocca appunto i luoghi più significativi della sua ispirazione e del suo lavoro.
La pesca di Volpedo.
La pesca è l’altra attrattiva di Volpedo.
La zona era famosa per i suoi filatoi e di conseguenza vi si coltivava moltissimo il gelso alla base dell’alimentazione dei bachi da seta. Tra il 1919 e il 1920, per la diminuzione dell’attività, i gelsi furono gradualmente sostituiti con i peschi e lo stesso avvenne nei lotti che prima della filossera erano coltivati a vite. La coltivazione si amplia man mano e ora il territorio è notissimo per la produzione di frutta, non solo pesche ma anche ciliegie.
A metà luglio ricorre ogni anno l’abituale Sagra della pesca con mercato della frutta, musica, danze e la distribuzione del risotto alla pesca di Volpedo (ricetta della confraternita della Pesca) e delle pesche di Volpedo al moscato.
Vignaioli del Tortonese
Se siete in zona, vi consiglio di non andar via senza prima aver fatto visita alla cantina sociale di Tortona. Al di là dell’interesse storico di questo luogo restaurato, potrete acquistare vini di qualità a un prezzo davvero ottimo. Tra tutti vi consiglio gli autoctoni Timorasso e Croatina, ma anche l’ottima Barbera.
Per dormire
Non posso che lasciarvi il riferimento e qualche immagine di questo posto fuori dal tempo: un antico casale del XVI secolo, dove dormire nel silenzio della campagna. Un posto davvero suggestivo, dove potrete gustare anche un’ottima cucina del territorio.