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L’architettrice di Melania Mazzucco

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L’architettrice di Melania Mazzucco è un eccezionale romanzo storico che racconta la vita di Plautilla Bricci, recentemente riscoperta, artista eccezionale e pionieristica nella Roma del ‘600.

Questo libro è stato un viaggio. Un viaggio lungo e non sempre facile che attraversa l’intera vita di Plautilla Bricci, la prima “architettrice” della storia.

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Mazzucco, maestra di ricerca storica

Innanzitutto due parole sull’incredibile ricerca storica che Melania Mazzucco ha svolto prima di scrivere: un approfondimento tanto preciso e accurato, durato vent’anni, che la rende la guida ideale nella Roma polverosa e disordinata del ‘600.
Ora immaginate di dover raccontare quasi 89 anni di vita e al contempo dare un quadro evocativo e vibrante della società in cui Plautilla si muoveva come artista e come donna. La troviamo nel ruolo stravagante e innovativo di architetta e pittrice, L’Architettrice del titolo.
Mazzucco è maestra in questo. Senza mai discostarsi dalla vicenda storica riesce a regalare tanti piccoli particolari della vita quotidiana dell’epoca, ad ancorare sapientemente i movimenti dei personaggi alle vie ancora esistenti, rendendo colorata e vivida una Roma che ormai ci arriva solo dalle antiche mappe. Riesce anche a farci immaginare i volti di personaggi. Anche quelli che a noi non sono arrivati in ritratto: Plautilla stessa, Albina, Basilio, il Briccio, Elpidio.

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L’architettrice e il rapporto con un padre artista

Come era stato ne “La lunga attesa dell’angelo” per Tintoretto e Marietta, anche qui assume grande rilievo il rapporto della giovane Plautilla con il padre Giovanni Briccio. Quella del Briccio, maestro e promotore artistico di Plautilla è quasi una storia a sé, che impegna molto della prima parte del libro.

Il resto è “Plautilla”: la sua crescita, il rapporto con la sorella e il fratello, il suo desiderio di ritagliarsi un ruolo e l’amore. Quest’ultimo, raccontato con grande delicatezza, è un sentimento che si delinea sull’assenza piuttosto che sulla presenza e, per questa ragione, vi si partecipa ancora più intensamente.

La lettura de L’architettrice è stata un viaggio impegnativo che ha richiesto a volte delle pause, per riposare i piedi e riprendere fiato. L’ho affrontata a più riprese intervallandolo con romanzi più leggeri, ma è consigliatissima per la magia che in alcune pagine sa evocare.

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