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Sedici: l’alchimia dei sapori – il contest – ep. 5 Fruttati Cremosi

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Veleggiamo a vele spiegate verso la quinta puntata di #Sedici. Tutto l’equipaggio è ancora a bordo, anche se qualcuno ha rischiato di cadere in mare: questo mese si è rivelato intenso, come tutti i maggio-giugno degli ultimi quattro anni: blogtour, eventi, mostre, inaugurazioni… se la natura si sveglia a marzo, il foodblogging vede il suo periodo più intenso a maggio-giugno.

Quest’anno, con mia somma gioia, ci si è messo qualcosa in più, ovvero un nuovo lavoro, proprio all’interno di questo mondo che adoro. Cercando di capire se sono all’altezza della fiducia che mi è stata data, mi sono destreggiata finora tra tutte le cose che sto imparando e gli impegni presi in precedenza, tra due gatti che non vivono sotto lo stesso tetto, un viaggio a Salisburgo e un cellulare con il vetro in frantumi. Se mi perdo, vi prego, venite a cercarmi.

Ora, bando alle ciance, ecco i vincitori della puntata dei Fruttati Freschi: una piccola marea di ricette, ben 28, con una netta preponderanza delle ciliegie, ma distribuite su tutti i gusti.

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Canelés bordelais I dolcetti di Bordeaux con tanti tuorli

Secondo episodio della rubrica sui dolci francesi: questa volta vi racconto dei Canelés Bordelais, questi dolcetti sono talmente belli che, dopo averne assaggiato la consistenza particolare, e aver verificato che sono pure deliziosi, è impossibile non pensare di rifarli,  con l’obiettivo primario di fotografarli. Read more

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ai fornelli, ricette originali, secondi di carne

Sedici: l’alchimia dei sapori – il contest – ep. 4 Fruttati Freschi

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Eccoci giunti alla conclusione della terza puntata di #Sedici, e già siamo dentro alla quarta fino al collo!

Partecipazione tiepida, ma ricette molto belle – e noi badiamo più alla qualità che alla quantità – perciò ci tenevamo a ringraziarvi, perchè i fedeli di #Sedici mostrano in realtà grandissimo entusiasmo. Gli abbinamenti più arditi sono ancora pochini, ma contiamo che vi scioglierete sempre più! Read more

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Piccole tartelettes Bordalue In rue Bordalue a Parigi verso la fine del XIX secolo...

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 Da un po’ avevo in testa di iniziare una rubrica sui dolci francesi.

Quando sono stata a Parigi, a marzo, era la prima volta che ci andavo da foodies golosona… probabilmente per questo motivo durante la visita precedente non avevo realizzato che Parigi è un’enorme pasticceria a cielo aperto. Read more

Piccole tartelettes Bordalue In rue Bordalue a Parigi verso la fine del XIX secolo..." class="facebook-share"> Piccole tartelettes Bordalue In rue Bordalue a Parigi verso la fine del XIX secolo..." class="twitter-share"> Piccole tartelettes Bordalue In rue Bordalue a Parigi verso la fine del XIX secolo..." class="googleplus-share"> Piccole tartelettes Bordalue In rue Bordalue a Parigi verso la fine del XIX secolo..." data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2015/05/mini-bordalue-tarte_5_quad_ev-740x660.jpg" class="pinterest-share">
ai fornelli, pasta fresca, primi piatti, ricette originali

Pappardelle al vino Chianti

 

 Un piatto ispirato da due giorni di pioggia…poi è tornato il sole, ma il clima è ancora freschino, quindi fatele subito o dovrete aspettare l’autunno.
Sono pappardelle, rustiche, spesse e corpose condite con un sugo al Chianti dal sapore intensissimo.
Le pappardelle sono un tipo di pasta di origine toscana, anche se oggi conosciuto in tutta Italia; si tratta di grosse tagliatelle all’uovo, più larghe delle sorelle tagliatelle e dei fratelli tagliolini. Un tempo venivano fatte con farina di grano e farina di castagne e acqua, oggi sono più diffuse come pasta all’uovo. Il lo ro nome deriva dal verbo pappare, mangiare, usato anche nella più dichiaratamente toscana “pappa col pomodoro”.
I sughi classici con cui esse si abbinano sono il ragù di lepre, tipico della zona di Arezzo, e quello di cinghiale più diffuso in Maremma.
Le cita anche Boccaccio nella sua opera Corbaccio, facendoci sorridere per il suo modo di raccontare una voracità fuori dal comune: 

P { margin-bottom: 0.21cm; }

 

«…e le pappardelle col formaggio parmigiano similmente: le quali non in scodella ma in un catino a guisa del porco bramosamente mangiava, come se pure allora per lungo digiuno fosse dalla torre della fame uscita. (…)P { margin-bottom: 0.21cm»

La ricetta: Pappardelle al vino Chianti
per le pappardelle:
200 g di farina
2 uova medie
1 pizzico di sale

1 litro d’acqua
250 ml di vino Chianti
per lessare la pasta

per il condimento:
1 cipolla media
2 cucchiai d’olio
100 g di salsiccia sbriciolata
250 ml di vino Chianti
peperoncino
sale

Preparare le pappardelle: impastare farina e uova col il pizzico di sale per almeno dieci minuti, fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Lasciar riposare in un panno per circa mezz’ora. Stendere la sfoglia e ritagliarne delle lunghe strisce da 2 cm di larghezza.
Portare ad ebollizione 1 litro d’acqua con 250 ml di vino.
Nel frattempo  far soffriggere la cipolla nell’olio e quando comincerà ad essere morbida aggiungere la salsiccia sbriciolata e il peperoncino. Bagnare con il vino e lasciar poi restingere il sughetto a fuoco lento. Regolare di sale.

Quando l’acqua bolle, salare e cuocervi le pappardelle.
Condire con il sugo di vino appena preparato.

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Re-cake 2.0 puntata #03: Torta di carote con frosting al formaggio e sciroppo d'acero

Già sono meravigliata della mia costanza: delle nuove Re-Cake ne ho già sperimentate 3 su 3, senza saltarne nessuna…
è che condivido pienamente le scelte fatte dallo staff. Non amo particolarmente le torte decorative, prediligendo quelle più rustiche e le prime due re-cake 2.0 erano perfettamente in linea col mio gusto. L’ultima uscita è questa torta di carote e noci, ancora profumata di spezie, arricchita in effetti di un frosting fin troppo sostanzioso per i miei gusti, ma da provare almeno una volta.
La ricetta l’ho seguita per filo e per segno, il frosting non l’ho montato alla perfezione, errore mio…il gusto comunque era delizioso. Con gli scarti di impasto ci ho fatto colazione per diversi giorni, infatti la base è ottima, umida e profumatissima anche senza frosting.
Nessun cambiamento rispetto alla ricetta originale, tranne la forma, e l’utilizzo di sole noci e non uva passa!

La ricetta: Carrot Cake with maple cream cheese frosting

300 gr di farina 00
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere
1 cucchiaino di zenzero in polvere
180 gr di zucchero semolato
180 gr di zucchero di canna
160 gr olio di semi di girasole
150 gr di purea di ananas (ricavata da ananas in lattina nel suo succo e poi lasciata sgocciolare in un colino)
i semini di una bacca di vaniglia
4 uova
200 gr di carote grattugiate
5 cm di zenzero fresco pelato e poi grattugiato
100 gr di noci (già sbucciate)
Scaldare il forno a 180°; preparare la teglia (io ho usato uno stampo quadrato 24×24) imburrandola e infarinandola.
Grattugiare le carote, tritare le noci, grattugiare lo zenzero fresco, frullare l’ananas.
In una ciotola unire la farina, con le spezie, il lievito e il sale.
In un’altra ciotola mescolare molto bene gli zuccheri con la polpa di ananas e successivamente aggiungere le uova, mescolando accuratamente per far assorbire.
Miscelare il composto secco con quello umido, aggiungere le carote, lo zenzero fresco e le noci.
Disporre nella tortiera ed infornare per circa 35-40 minuti.
Per il frosting:
250 g di formaggio cremoso a temperatura ambiente
125 g di burro non salato a temperatura ambiente
250 gr zucchero a velo setacciato
1 spolverata di zucchero alla vaniglia
1 spolverata di cannella in polvere
50 gr di sciroppo d’acero 
Mescolare tutti gli ingredienti freddi di frigo, montare per pochi minuti e rimettere in frigo a raffreddare
Tagliare la torta ormai fredda in tre strati. Con un coppapasta del diametro di 4 cm, ricavare 12 “tortine”. Farcire ogni strato e la supericie delle tortine, decorando con un gheriglio di noce.

Con questa ricetta partecipo alla puntata di questo mese del contest Re-Cake 2.0 organizzata, come sempre, da  SaraIleanaCarlaClaudiaGiulia e Silvia !

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Sedici: l’alchimia dei sapori – il contest – ep. 3 Erbe e Verde

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Ecco giunti alla conclusione della seconda puntata di #Sedici, con la proclamazione dei vincitori e il lancio della nuova famiglia.

Le ricette in concorso pervenute sono state 21, meno del primo round ma con grande entusiasmo da parte di tutti e con una vera e propria valanga di ricette fuori concorso, prova che i formaggi sono tra gli ingredienti preferiti nell’utilizzo in cucina, nelle vostre ricette. Una grattata di formaggio o un ripieno cremoso è come il tubino nero: ogni occasione è buona…salvo che con il tubino bisogna stare attente alla pancetta! 😀
Noi, nel frattempo, stiamo aggiustando il tiro, perfezionando le dinamiche del contest e del gruppo FB Sedici- l’Alchimia dei Sapori, per renderlo oliato come un meccanismo perfetto.
Eccoci dunque alla proclamazione dei vincitori. Se volete conoscere le modalità di votazione leggete qui.
Siamo giunti unanimi alla proclamazione dei golosissimi “Gnocchi di patate e Roquefort con pere, vino dolce e streusel croccante” di Giovanna. Un vero inno al gusto, prima di metterci a dieta per l’estate.

Per la scelta del secondo vincitore, avremmo voluto veleggiare su un piatto più leggero, ma il lato goloso di ciascuna di noi ha prevalso ed abbiamo scelto la ricetta di Simona, “Panna cotta al gorgonzola con composta di mirtilli all’aceto balsamico“. Simona ci ricorda, con la sua ricetta, che per servire i formaggi a fine pasto non è necessario ripiegare sulla consueta cheesecake, ma che si può osare.

Entrambe ci ricordano che gli erborinati “spaccano”! 😀
Complimentissimi a voi, e a tutte le altre ricette partecipanti.

Questo mese è stato un po’ particolare e, pur essendo passata a leggere tutte le vostre ricette, non sono riuscita a lasciare un commento a ciascuna ricetta partecipante. Mi scuso e vi prometto che rimedierò con la prossima famiglia.

Eccoci dunque pronti al lancio:

La famiglia Erbe e Verde descritta dalla Segnit comprende ingredienti che forse, ad un’analisi frettolosa, non avremmo raccolto nella stessa categoria di gusti. Essi presentano, invece, una nota erbacea e fresca predominante, anche quando il sapore si “scalda” al secondo assaggio.
Fanno parte di questa famiglia zafferano, anice, cetriolo, aneto, prezzemolo, foglie di coriandolo, avocado, piselli, peperone e peperoncino piccante.
Per ragioni di stagionalità abbiamo deciso di lasciare fuori il peperone, che nei supermercati si trova anche ora ma non è proprio nella sua stagione di elezione. Tra gli ingredienti restanti, abbiamo scelto a seconda del nostro gusto, e sarà quindi possibile giocare solo con gli ingredienti che trovate abbinati ad uno
dei nostri blog
(cioè zafferano, aneto, prezzemolo, avocado, piselli e
peperoncino piccante).
Si gioca dal 16 aprile al 13 maggio!

Veniamo al mio ingrediente, il burroso, erbaceo, delicato avocado

L’avocado non matura sulla pianta, ecco perché vi troverete ad acquistare avocado duri come sassi e a scoprirli dopo alcuni giorni soffici e scioglievoli. Il segreto è di farli maturare fuori dal frigo, controllandone la consistenza. Quando sono morbidi e il polpastrello tende ad affondare leggermente, è sufficiente rimetterli in frigo per bloccare la maturazione per un paio di giorni, in modo che tutti i vostri frutti siano allo stesso grado di morbidezza.
Da solo l’avocado è quasi niente, se non fosse per l’eccezionale “scioglievole” consistenza, ma ha la qualità di riuscire ad enfatizzare gusti molto più forti di lui, come l’aglio, il lime, l’affumicato del bacon, il piccante del peperoncino…


Io ho scelto di osare ed ho provato l’abbinamento avocado e caffé. Se siete abituati ad usare l’avocado nelle vostre insalate di pesce, questo abbinamento vi risulterà parecchio ostico. In effetti però nella zona del Vietnam, dell’Indonesia e delle Filippine l’avocado è trattato a tutti gli effetti come un frutto. Anche in Messico viene cosparso di zucchero e rum e consumato così, al cucchiaio. Se ci pensate la sua consistenza è perfetta per creare una crema, e talvolta viene usata come parte “grassa” di un dolce, in sostituzione dei grassi animali.
Io, leggendo caffé, ho immediatamente pensato al tiramisù. Non un tiramisù interamente vegetale, ma comunque un dolcetto molto simile all’originale, pur essendo senza uova e senza mascarpone. Vincete la resistenza e provatelo.
Per la base ho scelto di utilizzare i savoiardi sardi, che sono morbidi. Se li trovate usate questi, oppure savoiardi di ottima qualità o, ancora, preparateli voi in casa. 

Ecco gli abbinamenti con cui potrete giocare:
avocado & ananas
avocado & aneto
avocado & bacon
avocado & caffé
avocado & cetriolo
avocado & cioccolato
avocado & foglie di coriandolo
avocado & formaggio erborinato
avocado & formaggio fresco
avocado & fragola
avocado & frutti di mare
avocado & lime
avocado & mango
avocado & menta
avocado & nocciola
avocado & noce moscata
avocado & peperoncino piccante
avocado & pesce grasso
avocado & pollo
avocado & pomodoro
avocado & pompelmo
avocado & uva 

Le altre ricette “Erbe e Verde” che trovate sui blog delle mie compagne di merenda sono:
per lo zafferano:
Irene – fusilli zafferano, limone, zucchine e prosciutto crudo
per l’aneto:
Velia – bigné all’aneto con crema di salmone affumicato
per il prezzemolo:
Marzia – insalata di orzo, merluzzo e carciofi profumata al prezzemolo
per i piselli
Betulla – venere cantonese
per il peperoncino piccante
Alessandra – tortillas chips home made con salsa piccante

ed ecco il mio abbinamento per l’avocado:

Tiramisù avocado e caffé
Serves 2
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Ingredients
  1. 1 avocado maturo
  2. qualche goccia di limone (o di lime)
  3. 80 g di latte condensato
  4. 1 cucchiaio di miele millefiori
  5. 1-2 tazzine di caffé
  6. 1 cucchiaino colmo di zucchero
  7. cacao per spolverare
  8. circa 3 savoiardi morbidi
Instructions
  1. Preparare il caffé, zuccherarlo leggermente con lo zucchero e farlo raffreddare.
  2. Tagliare i savoiardi a cubetti di un cm di lato.
  3. Sbucciare l'avocado e ricavarne tutta la polpa. Schiacciarla con la forchetta ed irrorarla con qualche goccia di limone per non farla annerire. Mescolare alla polpa di avocado il latte condensato e il miele ed assaggiare per valutarne la dolcezza.
  4. Preparare due barattolini di vetro da 130 g. Disporre un primo strato di cubetti di savoiardi, irrorarli con alcuni cucchiaini di caffé e coprire con uno strato di crema di avocado, proseguire così a strati e, giunti all'orlo del vasetto, spolverare con cacao amaro o codette di cioccolato.
  5. Conservare in frigo almeno un'ora prima di consumare.
Ricette di Cultura https://www.ricettedicultura.com/
La ricetta: Tiramisù avocado e caffé 
(per due porzioni)
1 avocado maturo
qualche goccia di limone (o di lime)
80 g di latte condensato
1 cucchiaio di miele millefiori
1-2 tazzine di caffé
1 cucchiaino colmo di zucchero
cacao per spolverare
circa 3 savoiardi morbidi 
  
Preparare il caffé, zuccherarlo leggermente con lo zucchero e farlo raffreddare.
Tagliare i savoiardi a cubetti di un cm di lato.
Sbucciare l’avocado e ricavarne tutta la polpa. Schiacciarla con la forchetta ed irrorarla con qualche goccia di limone per non farla annerire. Mescolare alla polpa di avocado il latte condensato e il miele ed assaggiare per valutarne la dolcezza.
Preparare due barattolini di vetro da 130 g. Disporre un primo strato di cubetti di savoiardi, irrorarli con alcuni cucchiaini di caffé e coprire con uno strato di crema di avocado, proseguire così a strati e, giunti all’orlo del vasetto, spolverare con cacao amaro o codette di cioccolato.
Conservare in frigo almeno un’ora prima di consumare. 

 

ai fornelli, insalate e piatti freddi, secondi di carne, storia & cultura

Tonno di coniglio, un piatto antico per tempi moderni

Se l’idea di un “tonno di coniglio” vi evoca alla mente immagini di personaggi mitologici, mezzo leporide e mezzo pesce, allora non siete piemontesi.
Qui in Piemonte il tonno di coniglio è una ricetta diffusa e conosciuta, in particolar modo nelle campagne, che ora sta ripopolando anche i ristoranti più raffinati.
La parola “tonno” fa riferimento alla consistenza del piatto finito e alla sua conservazione sott’olio, mentre la carne utilizzata è proprio quella del coniglio, ma può essere fatto, con risultati ottimi, anche con altri tipi di carne bianca. Il segreto sta proprio nella fase-tonno: la carne bollita a lungo diventa tenera e si sfilaccia, senza disfarsi, ma è l’olio con gli aromi e il riposo a fare la magia. Dopo 24 o ancora meglio 48 ore vi troverete con una carne saporita, tenera, profumata di aglio e salvia e che si conserva a lungo in frigorifero.


Pare che la ricetta sia stata inventata nel Monferrato, ma è attualmente anche una specialità Langarola: in realtà era diffuso in tutte le realtà contadine della regione, per alcuni motivi.
I conigli venivano macellati ma non esistevano i frigoriferi e i congelatori per conservarli, dunque si ricorreva all’olio, il conservante più antico (e sano!) del mondo.
In secondo luogo i contadini lavoravano per molte ore nelle vigne e nei campi, dall’alba al tramonto; il tonno di coniglio era facilmente trasportabile in vasi di vetro, si gustava freddo e poteva essere preparato con anticipo, interrompendo il lavoro giusto il tempo di rifocillarsi.
E infine…perchè è strepitosamente buono: la lunga cottura in un brodo ricco di aromi, insaporisce la carne, l’olio e la marinatura fanno il resto.
Se siete abituati a portarvi il pranzo in ufficio, questa ricetta è assolutamente da provare, con un po’ di insalatina, magari con l’aggiunta di rondelline di sedano e nocciole spezzettate, sarà un pranzo strepitoso.

La ricetta: Tonno di Coniglio (ricetta modificata da Sapori Piemontesi)
1,5 kg di coniglio (cosce e davantini, già pulito, senza le interiora e la testa)
1 cipolla media
1 pezzo di porro
1 carota
2 coste di sedano
2 foglie di alloro
2/3 rametti di timo
1 ciuffo di prezzemolo
2/3 chiodi di garofano
3 grani di ginepro schiacciati
sale

dopo la cottura:
foglie di salvia e spicchi d’aglio a piacere
olio extravergine di oliva

In una pentola capiente mettere tutti gli aromi per il brodo. Portare ad ebollizione, poi salare ed immergere i pezzi di coniglio lavati bene con acqua e aceto. Far riprendere l’ebollizione e far poi sobbollire per un’ora e mezza.
Spegnere e lasciar intiepidire il coniglio nel suo brodo (brodo ottimo, magro, filtratelo e consumatelo come più vi piace).
Quando la carne è tiepida, ripulirla da tutte le ossa e i nervetti e metterla in una ciotola capiente. Condirla con un filo d’olio ed aggiustare di sale, se occorre.
In vasi di vetro disporre il coniglio a strati e su ogni strato mettere un paio di foglie di salvia e uno (o mezzo) spicchio d’aglio, a seconda del vostro gusto. Coprire di olio, eliminando le bolle d’aria e far riposare al fresco per 24 ore.
Se aspettate 48 ore, il vostro tonno di coniglio sarà ancora più buono.

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