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La ricetta: Crema di funghi con nuvola d’uovo e chips di topinambour
(6 porzioni)
500 g di champignons crema
1 spicchio d’aglio
500 ml di brodo vegetale fatto con (cipolla, carota, sedano e una piccola patata)
sale
pepe
olio
formaggio a pasta dura tipo provolone
6 uova
6 topinambour piccoli
olio di arachidi per friggere
Ho pulito e tagliato a pezzi grossi i funghi. Li ho messi a rosolare in una pentola con lo spicchio d’aglio sbucciato, rimestando con un cucchiaio di legno. In cottura tireranno fuori da soli un po’ d’acqua. Se non dovesse bastare aggiungere un mestolo di brodo. Quando i funghi erano morbidi ho aggiunto ancora un po’ di brodo e ho passato al minipimer fino ad ottenere una crema densa. Ho aggiunto il brodo restante e ho messo sul fuoco, insaporendo con il sale e un’ulteriore filo d’olio evo; alla fine ho aggiunto anche la patata che era servita per il brodo, schiacciata finemente con la forchetta.
Questo passato si può preparare anche con un giorno d’anticipo e tenere in frigo per poi riscaldarlo all’ultimo minuto.
Ho sbucciato i topinambour e li ho tagliati a fettine sottilissime. Li ho fritti in olio bollente, ho regolato di sale e tenuto al caldo.
Ho separato i rossi dagli albumi, facendo attenzione a non rompere i tuorli. Ho montato l’albume a neve fermissima con un pizzico di sale e pepe bianco. Nei pirottini di silicone da muffin (quelli grandi) ho deposto un po’ di albume montato a neve. Con il dorso di un cucchiaino ho creato una conchetta e vi ho deposto delicatamente un tuorlo, ho ricoperto con altro albume facendo in modo che si fondesse con l’albume sottostante. Ho infornato le nuvole in forno caldo a 190° per 3/4 minuti. L’albume deve risultare asciutto all’esterno.
Io ho usato i pirottini in silicone, ma credo che si possa fare anche con quelli in alluminio avendo cura di imburrarli. Prima di sformare tenere per 1 minuto fuori dal forno, l’albume si ritrarrà leggermente rendendo più facile la sformatura.
Sulla crema di funghi ci sta bene anche una grattugiatina di formaggio. 😉
Comporre velocemente i piatti e servire il tutto caldissimo!!
Amici del vetro, tornate a trovarmi perché durante l’Avvento arriveranno altre ricette in barattolo!!! 😉
***le immagini dei tè sono prese in prestito da MelissaTorino e TorinoByGnam.
Oggi si parla di nocciola, ma non di una nocciola qualsiasi, ma della Nocciola Italiana. In Italia esistono ben tre qualità di nocciola a marchio europeo: la Nocciola Piemonte IGP, la Nocciola di Giffoni IGP e la Nocciola Romana DOP; in realtà sul territorio italiano le qualità di nocciola sono innumerevoli e quindi rappresentano per noi un patrimonio preziosissimo da salvaguardare. Perché accontentarsi di una nocciola qualsiasi quando si possono avere le nocciole italiane?
Per questo è stato indetto il Nocciola Day!! Il 15 dicembre 2012 sarà la Giornata Nazionale della Nocciola, un evento realizzato con il patrocinio e la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e di Res Tipica Anci.
Si può aderire alla giornata e diffondere il messaggio sottoscrivendo il Manifesto del Nocciola Day.
La ricetta: Raviolone di farina di mais con Taleggio e Nocciola condito con zucca croccante al rosmarino.
(dosi per circa 7/8 ravioloni )
100 g di farina bianca
50 g di farina di mais
1 uovo
1 tuorlo
sale
170 g di Taleggio DOP
50 g di Nocciole Piemonte IGP (tostate e liberate dalla pellicina)
olio d’oliva extravergine
250 g di zucca
1 rametto di rosmarino
3 fette di Strolghino di Culatello tagliato a listarelle
Preparare la pasta mescolando le due farine con un pizzico di sale. Aggiungere i due tuorli e gradualmente l’albume finchè viene assorbito dall’impasto (potrebbe non occorrere tutto!).
Lavorare la pasta per pochi minuti, avvolgerla con pellicola e lasciarla riposare mezz’ora.
Pulire la zucca e tagliarla a fettine sottili e di circa 2 cm di lato, eliminando tutta la buccia.
Tritare le nocciole grossolanamente.
Stendere la pasta in sfoglie sottilissime e ricavare in ogni sfoglia dei cerchi di 10 cm di diametro. Su metà dei cerchi deporre una fettina di taleggio e qualche scaglia di nocciola (lasciandone un po’ per la rifinitura finale).
Chiudere i ravioli, inumidendo i bordi e schiacciandoli con i rebbi di una forchetta.
Portare a bollore abbondante acqua e nel frattempo preparare il condimento.
In una padella mettere un giro d’olio evo e poi lasciarvi ammorbidire la zucca, senza che cuocia completamente, deve restare un po’ croccante. Aggiungere il rametto di rosmarino e salare leggermente.
Lessare i ravioloni e poi ripassarli in padella con la zucca e l’aggiunta di una spolverata di nocciole tritate.
Decorare i piatti con qualche listarella di salame.
Sono giunta al secondo round colorato nel Contest di Paola.
Per l’aperitivo approdiamo al Mezzo Litro che, con la frizzante ospitalità di Monique Monica Moccagatta, promotrice del Capodanno Alessandrino che si festeggia alla fine dell’estate, fa da contraltare a questa rilassatezza. Provare il Napoleone, succo di mela e Cortese DOC del Monferrato, è d’obbligo, mentre divoriamo gli stuzzichini messi a disposizione.
Per la cena un altro posto caldo e accogliente ci attende, Il Grappolo dello chef Beppe Sardi, che sarà la nostra guida nella mattinata di sabato e il nostro maestro di cucina nel pomeriggio.
E sono di nuovo sorrisi e chiacchiere sul cibo e su di noi, in un’atmosfera amichevole che subito si è instaurata anche senza conoscerci da lungo tempo.
Assaggiamo gli agnolotti di Beppe – più che un assaggio era un piattone – e il bollito misto, un classico piemontese, accompagnato da ben 12 tra salse e sali aromatici. Il dolce ci lascia senza fiato, tanto siamo piene, e subito siamo pronte a ripartire alla volta dell’hotel, salutando Lara che non ci accompagnerà nel resto del tour.
Completata la spesa in Alessandria, con tanto di deliziosi Krumiri Rossi, ci dirigiamo verso il caseificio Adorno, in località Cravarezza, che è anche fattoria didattica. Per gustare al meglio un prodotto bisogna conoscerlo, e sicuramente ora la Robiola di Roccaverano la apprezzeremo ancor di più. Visitiamo l’allevamento di capre e vacche e il caseificio ed assaggiamo i formaggi, anche la toma stagionata un anno e la mostarda d’uva.
A questo punto non ci resta che viaggiare in direzione Crevi per la visita all’Azienda Vinicola delle Sorelle Marenco. L’azienda è condotta ormai dalla 4°generazione dei Marenco, e loro portano con molto orgoglio il titolo di donne del vino. Anche qui abbiamo modo di assaggiare i vini, prodotti con passione e sacrificio, e i cibi messi a disposizione dalla cantina: il filetto baciato è una vera esplosione di sapore: si tratta di filetto a pezzo intero insaccato all’interno di una pasta di salame aromatizzata con sale, pepe, noce moscata, aglio e vino rosso.
Ecco cosa abbiamo preparato:
Baccalà alla Mediterranea |
Insalatina di petto di tacchino |
Risotto al Cortese |
Salamino del Mandrogno con cipolla rossa e vino rosso |
Zabaione con Krumiri |
Sullo zabaione, ormai stanche, è tutto un declamare di versi:
L’ultima giornata in giro per il Monferrato è dedicata al relax. Raggiungiamo Camino Monferrato e ci lasciamo coccolare dal Wine Resort & Spa Ca’ San Sebastiano, un agriturismo ricavato da un’antica cascina.
Le immagini parlano da sole e la sensazione provata entrando in questi luoghi è esattamente quella evocata dalle immagini. Un luogo sereno e senza tempo, dove il tepore e la tranquillità la fanno da padroni ed io mi sono immaginata, più che seduta in poltrona, in una cucina come questa a preparare una cenetta degna di un re.
Alla fine ci siamo fatte coccolare davvero: grande vasca idromassaggio con getto d’acqua fatto apposta per massaggiare la cervicale, sauna, e vinoterapia.
Uscite dalla Spa, siamo andate a mangiare qualcosa…ormai avevamo preso il vizio! Il ristorante di Ca’ San Sebastiano è decisamente all’altezza. I piatti sono particolari e curati, e la menzione solenne va al loro delizioso brasato che letteralmente si scioglie in bocca.
Ormai è giunto il momento dei saluti. Alcune compagne di viaggio partono da lì per il rientro.
Io, con Anna, ho il tempo di ascoltare ancora un bellissimo brano di Giovanni Goria, scovato da Lisa e perfettamente intonato all’occasione: si parla di convivialità ma non solo.
Si parla tra le righe anche un po’ di noi che in tre giorni abbiamo conosciuto questo angolo del Piemonte di cui ancora si parla poco ma che è ricco di spunti turistici. E il bello è poter scoprire a tavola che non esiste un solo Piemonte, ma mille altri ancora sconosciuti ai più, basta saper assaggiare! 😉
NB. altre foto le trovate qui.
Le ricette di Roberta Deiana per il lancio del contest “Torrone a Modo Mio” |
Il secondo contest che vorrei segnalarvi è riservato ai foodblogger. Nell’ambito di Food Revolution Milano (ve lo ricordate?), si sta per celebrare il Nocciola Day. Si tratta di elaborare una ricetta salata che contenga fra gli ingredienti le nocciole italiane. Le ricette dovranno essere pubblicate sul proprio foodblog seguendo tutte le indicazioni date dal sito web, entro il 30 novembre 2012, inviandole anche via mail a nocciolaitaliana@gmail.com e foodrevmilano@gmail.com, inserendo ricetta, foto o video, recapito telefonico e link alla pagina del proprio blog dove è stata pubblicata la ricetta.
Terzo e ultimo: Il Paesaggio con Gusto – Le Ricette, in realtà si tratta di una raccolta. E’ aperta a tutti ed è promosso dal FAI, Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Fondazione Cariplo. Questa volta i protagonisti sono il latte e i prodotti lattiero-caseari del territorio lombardo. Tutte le ricette dolci e salate sono ammesse, purchè si scelgano prodotti dalla carta degli ingredienti.
La ricetta si può inviare tramite modulo online, facebook o email (ricettario@fondoambiente.it) fino al 15 gennaio. Le ricette verranno pubblicate sul sito e sulla loro pagina facebook e si potrà partecipare al convegno conclusivo del progetto “Il Paesaggio con Gusto” con, in più, una gustosa sorpresa.
(per 2 persone)
300 g di carote
1 cipolla
2 cucchiai di riso originario o comune da minestra
500 ml di brodo vegetale
olio extravergine di oliva
sale
pepe bianco
era cipollina
Ho preparato il brodo vegetale con carota, patata, cipolla, aglio e prezzemolo in acqua con olio e sale.
In una casseruola ho messo la cipolla tritata finemente, con un giro d’olio e l’ho fatta imbiondire leggermente, poi l’ho stufata con due dita di brodo e l’ho lasciata ammorbidire per 5 minuti.
Da parte ho lavato e pelato le carote e le ho tagliate a rondelle. Le ho aggiunte alla cipolla, le ho fatte insaporire e poi ho aggiunto il riso. Ho proseguito la cottura finchè le carote erano completamente morbide. Ci vorrà circa mezz’ora. Ho tenuto da parte qualche rondella di carota. Poi ho passato tutto il resto con il frullatore ad immersione fino ad ottenere una crema densa. Ho aggiunto ancora un poco di brodo e un filo d’olio in ogni piatto, decorando con una spolverata di erba cipollina, qualcuna delle rondelle di carota lasciate da parte e una macinata di pepe.