Biscotti con le impronte digitali di Pasticci & Pastrocchi
100 g di cioccolato ripieno al caffè Ritter (originale: 100 g di cioccolato al latte Venchi)
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Le galettes altro non sono che delle crêpes in versione salata, tipiche della zona della Bretagna.
Conosciute come specialità della tradizione culinaria francese, in realtà la storia le vuole come originarie dell’Italia.
I pellegrini, una volta tornati in Francia diffusero queste frittatine increspate con il nome di crêpes, dal latino crispus.
Per tutto il Medioevo furono sempre preparate con farina di vari cereali o di grano saraceno (e non farina bianca di frumento) e con acqua o vino al posto del latte, che venne introdotto solo successivamente.
Per le galettes, (con il mio padellone da crêpes da 28 cm di diametro, ne vengono 4; se si servono come antipasto, è meglio prepararle con un padellino piccolo, ottenendone il doppio):
Cuocere tutte le galettes prima di farcirle, è più comodo!
una quindicina di gamberetti, sbollentati e sgusciati
40 g di vongole già lessate e sgocciolate
Ho messo in un pentolino il latte; mentre scaldava l’ho aggiunto a cucchiaiate alla farina, fino a formare una pastella. Ho aggiustato di sale e pepe la pastella e l’ho rimessa sul fuoco per addensarsi. Dopo pochi minuti la besciamella è pronta. A piacere si può insaporire ulteriormente con formaggio grattugiato e noce moscata, io l’ho preferita neutra dovendo aggiungerla al pesce.
Intanto ho fatto rosolare uno spicchio d’aglio in padella con due cucchiai di olio, poi ho aggiunto le vongole e i gamberetti, già sbollentati e sgusciati. Ho fatto rosolare per pochi minuti, aggiungendo anche un goccino di vino bianco.
Infine ho aggiustato di sale e poi aggiunto alla besciamella già preparata.
Ho usato questo ripieno per farcire le galettes, completandole con fettine di melanzana fritte ben scolate.
Ho arrotolato e messo in forno a 170° per 10 minuti, basta solo che si riscadino uniformemente.
Le ho poi disposte nel piatto, tagliate a metà, e completate con alcune fettine di melanzana che erano avanzate dal ripieno.
Si avvicina il 24 giugno, San Giovanni, normalmente considerato il limite massimo per gustare le ciliegie senza il rischio di incorrere nel giuanin, il vermicello, che proprio dal Santo prende il nome. In realtà quest’anno, visto l’anticipo di stagione per le ciliegie, era previsto l’arrivo del vermetto un po’ prima del solito…ma, confidando nelle medicazioni che oggigiorno vengono fatte, direi che si possa rischiare un po’ meno di incapparvi.
La regione del Limousin |
Arles sulla mappa della Francia |
Vincent Van Gogh – Paysage de Moisson – Arles 1888 |
Voglio proporre la foto appetitosa di un tagliere che ci siamo pappati a pranzo qualche giorno fa.
A pranzo si è sempre di corsa, raramente accendiamo i fornelli…in più si cerca qualcosa di veramente sfizioso che riempia ma non sia troppo pesante.
Eccole di nuovo, le vongole precotte e conservate nella loro acqua di cottura, che ti risolvono la serata con una sughetto veloce e di sicuro successo! La scorsa volta le avevo abbinate ai ceci.
Piero della Francesca – Sacra conversazione con Santi e Federico da Montefeltro – 1472 circa. |
Battista e Federico da Montefeltro ritratti da Piero della Francesca |
Ieri su Facebook circolava questo messaggio:
«Sapete dove buttare l’olio della padella dopo una frittura fatta in casa?
Sebbene non si facciano molte fritture, quando le facciamo, siamo soliti buttare l’olio usato nel lavandino della cucina o in qualche scarico, vero?
Questo è uno dei maggiori errori che possiamo commettere.
Perché lo facciamo? Semplicemente perché non c’è nessuno che ci spieghi come farlo in forma adeguata.
Il meglio che possiamo fare è ASPETTARE CHE SI RAFFREDDI e collocare l’olio usato in bottiglie di plastica, o barattoli di vetro, chiuderli e metterli nella spazzatura.
UN LITRO DI OLIO rende non potabile CIRCA UN MILIONE DI LITRI D’ACQUA, quantità sufficiente per il consumo di acqua di una persona per 14 anni.
Se poi siete così volenterosi da conferirlo ad una ricicleria pubblica ancora meglio, diventerà biodiesel o combustibile.
Se tu scegli d’inviare questa e-mail ai tuoi amici, l’ambiente e i ns. figli ti saranno molto riconoscenti!
Presso il Centro Ecologico della ditta Cosir nella zona industriale del Comune di Dolianova è disponibile un raccoglitore dell’olio esausto.Il cambiamento inizia da noi stessi. Se speri di cambiare il mondo inizia a cambiare casa tua e le tue abitudini.»
Premettendo che non ho idea dove si trovi Dolianova, mi è sembrato uno spunto molto interessante, perché tante volte gettando l’olio della frittura mi sembrava di fare una cosa poco pulita, ma non sapendo dove metterlo era inevitabile buttarlo nello scarico.