Tre vasetti – Tre conserve
Tutti gli ingredienti vanno messi insieme nella pentola, bisogna mescolare e poi mettere su fuoco bassissimo.
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Qui il dulce de leche dell’altro vasetto, con un alfajores già farcito |
Tutti gli ingredienti vanno messi insieme nella pentola, bisogna mescolare e poi mettere su fuoco bassissimo.
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Qui il dulce de leche dell’altro vasetto, con un alfajores già farcito |
La ricetta: Pollo alle olive e limoni confit
Ingredienti:
300 g di carne di pollo in filetti
1 cipolla grossa
2 spicchi d’aglio
1 grosso pomodoro tagliato a dadini
¼ di limone confit più 1 pezzetto
una manciata di olive verdi grosse (le mie erano olive Bella di Cerignola, che di solito sono olive da tavola)
olio evo
spezie (io ho usato: noce moscata, cannella, curcuma, pepe nero, paprika dolce, chiodi di garofano, coriandolo, zenzero fresco)
sale
150 g di cous cous
Preparazione:
Ho messo i filetti di pollo a marinare per circa 3 ore in una marinata che andrebbe fatta con il ras el hanout. Io ho messo olio extravergine d’oliva e le spezie che avevo, tranne lo zenzero fresco. Per le spezie regolatevi a vostro gusto e mettete in frigorifero.
Passato questo tempo, in una pentola di terracotta, ho messo a rosolare i filetti di pollo nella loro marinata, in modo che dorassero da tutti i lati; se usate le cosce di pollo è meglio, perché tendono a seccarsi di meno!
Poi ho tolto i filetti dalla pentola e aggiungendo un cucchiaio d’olio ho rosolato la cipolla sminuzzata e gli spicchi d’aglio. Ho poi aggiunto il pomodoro a dadini, lasciandolo ammorbidire per un po’.
Quando il pomodoro era quasi disfatto, ho rimesso in pentola i filetti di pollo, bagnandoli con il succo di mezzo limone, aggiungendo 2 cm di zenzero fresco grattugiato e tre mestoli d’acqua calda coprendo tutto il pollo.
Ho lasciato cuocere a pentola coperta, a fuoco lento, controllando di tanto in tanto che il pollo si asciugasse molto lentamente.
Nel frattempo ho preso il limone confit e ho ripulito bene la parte che mi serviva dal sale e dalla polpa ancora attaccata alla buccia. Ho aggiunto in pentola la buccia del limone confit e le olive verdi, lasciando cuocere ancora un po’, e verso la fine ho scoperto la pentola perché il sughetto si restringesse. Non dovrebbe essere necessario aggiungere sale, ma nel caso assaggiare e valutare!
Ho servito con del cous cous preparato in precedenza.
Proprio come condimento per la pasta li propongo per questa ricetta, in abbinamento con i pinoli, calorici, ma ricchi di proprietà antiossidanti per la pelle ed i capelli, e l’uva passa che conferisce una punta di dolcezza al piatto.
In questa occasione scopro che l’accostamento di spinaci, pinoli e uvetta fa parte della tradizione veneta come contorno, mentre io ho cucinato spesso come contorno, le zucchine con pinoli e uvetta.
La ricetta: Orecchiette con spinaci, pinoli e uva passa
(per 2 persone)
200 g di orecchiette
300 g di spinaci freschi
una manciata di uva passa
una manciatina di pinoli
mezzo bicchiere di vino bianco
1 spicchio d’aglio
1 peperoncino
olio evo
sale
Ho sbollentato gli spinaci e poi li ho raccolti con una paletta forata, senza buttare l’acqua, ricchissima di sali minerali, che servirà per la cottura della pasta.
Quando si è profilata, con il contest di Vera in Cucina, la necessità di abbinare un brano di poesia – o di prosa – al cioccolato ho pensato che non sono molto ferrata con i versi.
D’altronde credo profondamente che un libro possa essere un buon amico che ritorna dopo tanti anni ed ho subito pensato ad uno dei libri letti nell’adolescenza, che per tanti anni è stato nei miei pensieri ed è ancora oggi nella top ten dei bei ricordi scritti. Si tratta di Narciso e Boccadoro di Herman Hesse, letto sotto le coperte, forse a 15 anni, con la febbre. Ricordo che ero stata incantata dalla storia, persa in un tempo lontano, colta, credo di ricordare, dal punto di vista più superficiale. In realtà esiste in questa lettura un significato ben più profondo. Hesse spiega la sua filosofia attraverso l’incontro di due anime, Narciso, lo spirituale, e Boccadoro, dominato dai sensi. E nessuno dei due può ritenersi completo e libero di essere felice perché possiede solo metà del sentire umano. Questo libro è venuto in mio aiuto anche questa volta, come un buon amico, e vi ho trovato le parole adatte per accompagnare la mia torta:
E come dicono le parole di Hesse, “mai più” si mormora dopo aver tagliato l’ennesima fetta e subito dopo, “domani ancora” raccogliendo le ultime briciole dal piattino.
La ricetta: Sacher Torte al lampone
Per la torta (stampo da 21 cm di diametro):
150 g di cioccolato fondente
150 g di burro
150 g di farina
150 g di zucchero
4 uova grandi (o 5 piccole)
Preparazione :
Ho tritato il cioccolato con il coltello e l’ho messo in un pentolino a sciogliere a bagnomaria.
Ho imburrato bene lo stampo, coprendo poi solo il fondo con un cerchio di carta da forno.
Ho lavorato, con 75 g di zucchero, il burro lasciato ammorbidire a temperatura ambiente.
Ho unito al burro il cioccolato fuso, leggermente intiepidito e ho mescolato bene. Poi ho cominciato ad aggiungere i tuorli uno alla volta, mescolando ed aerando bene il composto.
Ho montato a neve gli albumi, aggiungendo i 75 g di zucchero rimasti, appena gli albumi diventano chiari. Ho unito due cucchiaiate di albumi montati al resto dell’impasto mescolando bene.
Ho incorporato la farina, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Infine ho aggiunto l’ultima parte di albume montato a neve, mescolando dall’alto vero il basso con delicatezza.
Ho versato il composto nello stampo ed ho infornato a 175° per circa 45 minuti.
Ho lasciato riposare il dolce tutta la notta.
Al mattino l’ho diviso in tre longitudinalmente ed ho spalmato la confettura di lamponi sui primi due strati. Per facilitare questa operazione bisogna rendere più fluida la confettura aggiungendo alla confettura qualche cucchiaio di acqua tiepida.
Sull’ultimo strato di torta ho spennellato dello sciroppo di lamponi, ma va beneanche della confettura resa molto fluida e passata al setaccio.
A questo punto ho tagliato il cioccolato per la copertura e l’ho messo da parte.
In un pentolino ho fatto uno sciroppo con 100 ml di acqua e lo zucchero a velo. Quando era bollente ho versato il cioccolato nello sciroppo e l’ho fatto sciogliere bene. A quel punto l’ho colato sopra la torta, facendolo scendere anche sui lati ed appiattendolo con una spatola.
La glassa va fatta seccare un po’ e poi si può procedere con la scritta Sacher. Io, per riprendere la farcitura ho usato sciroppo di lampone e zucchero a velo per fare una glassa rosa. La stessa cosa si può fare con la stessa glassa di copertura, usata in un secondo momento in modo che resti a rilievo.
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La tipica teiera marocchina |
La ricetta: Kaab El Ghzl (Corna di gazzella)
(ingredienti per 30 pezzi)
Preparazione :
Ho mescolato la farina con il burro, l’essenza di fiori d’arancio e un po’ d’acqua (potete anche usare l’albume) fino a formare una pasta morbida e lavorabile. Ho lavorato la pasta per 5 minuti e poi l’ho avvolta nella pellicola e fatta riposare per mezz’ora.
Nel frattempo ho preparato il ripieno. Ho tritato finemente le mandorle, le ho mischiate con lo zucchero a velo e il burro sciolto. Ho aggiunto gli altri ingredienti e per ultima un po’ d’acqua per formare un impasto compatto.
Ho steso la pasta sulla spianatoia, fino a renderla sottilissima. Con un coppapasta ho ricavato dei cerchi di 8 cm di diametro. Su ogni cerchio ho deposto un salsicciotto di ripieno. Le corna di gazzella si ricavano piegando la pasta sul ripieno, come un raviolo, e poi arcuando e pizzicando il dolcetto.
I dolcetti vanno fatti cuocere in forno caldo a 160° per circa 15 minuti.
La ricetta: Ghouriba alla cannella
80 g di farina di semola
45 g di farina 00
50 g di olio di semi
35 g di mandorle tritate
65 g di zucchero a velo
½ uovo sbattuto con un pizzico di sale
la buccia grattugiata di mezzo limone
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di lievito per dolci
zucchero a velo per rifinire
Preparazione
Ho lavorato insieme le due farine e l’olio fino a farli sabbiare. Ho aggiunto poi lo zucchero a velo, le mandorle tritate, il lievito, la buccia di limone e la cannella. Ho aggiunto il mezzo uovo sbattuto, fino a formare una pasta lavorabile. Ho lasciato riposare per un quarto d’ora.
Ho poi ricavato delle palline come piccole noci (che cresceranno in cottura), le ho passate nello zucchero a velo e le ho deposte distanziate sulla carta da forno.
Ho informato a 160° per 13 minuti circa.
Cerco di raccogliere in un elenco le regole del gioco:
– per partecipare bisognerà postare da oggi 22 aprile fino al 17 giugno 24 giugno (fino alle 23,59) una ricetta che sia ispirata a un personaggio storico, più o meno noto. Ad esempio avete la piena libertà di ispirarvi al sindaco di un paesello sperduto o a un cuoco celebre del passato o a un re, papa, generale o condottiero, se ne conoscete la storia e la raccontate, spiegando perché personaggio e ricetta sono in collegamento. L’importante è che il personaggio sia realmente esistito e che abbia un legame con la ricetta, vero o di ispirazione. Con “legame vero o di ispirazione” intendo che o il personaggio mangiava davvero quel dato cibo o per qualche ragione pensate che la ricetta avrebbe potuto piacergli.
– potete partecipare con una sola ricetta, di qualunque genere.
– dovete inserire nel post e in angolino della vostra pagina il banner del contest
– la ricetta deve essere corredata di fotografia del piatto finito, cucinato da voi.
– per partecipare bisognerà lasciare un commento a questo post con il link del vostro post ed io man mano aggiornerò l’elenco delle ricette partecipanti.
– se non avete un blog potete inviare una mail con storia, ricetta e foto del piatto finito all’indirizzo ricettedicultura@gmail.com ed io la pubblicherò in un post sul mio blog.
– se avete un account facebook potete pubblicare storia, ricetta e foto in una nota e poi segnalarmi il link.
– se volete diventare followers del mio blog fatelo, ma non è obbligatorio! Se volete diventare fans della mia pagina facebook potete cliccare “mi piace” qui: https://www.facebook.com/RicetteDiCultura , ma non è obbligatorio.
– le ricette e i post partecipanti verranno giudicati insindacabilmente 😉 dalla sottoscritta sulla base di:
# aderenza alla richiesta del contest, personaggio storico-ricetta
# originalità dell’abbinamento e della ricetta
# presentazione (non occorre essere dei fotografi, ma la foto deve essere leggibile e un po’ grande perché poi vorrei raccogliere il tutto in un pdf)
Verranno premiate 2 persone
1. la ricetta a mio giudizio più rigorosamente rispondente alla richiesta del contest con il libro:
2. il post a mio giudizio più originale, simpatico e creativo, (quindi arrampicatevi pure sugli specchi), con il libro:
Grazie a tutti voi che commenterete!!! 😀
Visto che è cambiato il termine ultimo, aggiungerò anche un terzo premio, che però devo ancora scegliere e su cui avrete presto aggiornamenti!!
FUORI CONCORSO:
Arrosto di manzo alla senape inglese di Giuseppe del blog Il Riccio e la Volpe, con la partecipazione di Immanuel Kant.
Che il limone sia retaggio della cultura araba, si vede proprio in questa preparazione, i limoni confit, diffusa con leggere varianti in tutto il Nord Africa e il Medioriente. In sostanza si tratta di limoni canditi, per essere meglio conservati, dove la canditura non è fatta con lo zucchero, ma con il sale, che è un ottimo conservante, e in alcuni casi con l’olio.
Trovare una ricetta univoca non è semplice; talvolta viene aggiunto il succo di limone alla preparazione, altre volte no…dalla mia esperienza posso dire che comunque i limoni ne tireranno fuori, quindi la prossima volta proverò senza aggiungerne; alcuni consigliano di aromatizzare i limoni direttamente nel vaso, con pepe, timo e altre erbe, altri suggeriscono di lasciarli al naturale per avere più libertà di utilizzo. L’unica cosa certa è il tenerli al buio, mentre il sale fa il suo compito e svuota la parte morbida dei limoni, rendendo la buccia tenera e gommosa, tale da poter essere utilizzata nella varie ricette.
*queste e altre informazioni sulla storia del limone, su M. Niola, Si fa presto a dire cotto, 2009, Il Mulino.
La ricetta: Limoni confit
4-5 limoni piccoli non trattati
500 g di sale grosso
succo di un limone
olio extra vergine d’oliva
un vaso di vetro a chiusura ermetica
Ho lavato bene i limoni e li ho liberati dalle due estremità appuntite.
Ho tagliato un limone longitudinalmente a metà senza dividerlo completamente in due, poi l’ho ruotato di un quarto di giro e l’ho di nuovo tagliato a metà senza arrivare al fondo.
Mi sono ritrovata con un limone aperto in quattro come un fiore. Ho deposto un cucchiaio di sale grosso al centro e ho richiuso gli spicchi, pressando bene. L’ho deposto nel vaso di vetro sterilizzato.
Ho ripetuto l’operazione con tutti i limoni, colmando poi gli spazi vuoti del vaso con altro sale grosso. Infine ho aggiunto il succo di un limone, ho pressato ancora tutto, in modo che i limoni fossero ben schiacciati e ho chiuso il barattolo.
I limoni confit vanno conservati per almeno 3 settimane in luogo fresco e buio, .
Passato questo tempo ho aperto il barattolo, ho aggiunto olio extravergine d’oliva e ho tenuto in frigo per una settimana ancora prima di iniziare a consumare, ma più restano a macerare più diventano canditi.
Al momento dell’utilizzo bisogna liberare i limoni di tutta la parte polposa ancora rimasta, e prenderne la buccia che sarà quella più aromatica e la meno salata. Il sale fa sì che le note più agri del limone si annullino, e rimanga solo il sapore – e il profumo – del frutto.
Un limone è sufficiente per aromatizzare una piatto per 6 persone.
I biscottini di questo tea time li ho trovati su un pdf de Il Cavoletto di Bruxelles, preparati con succo e buccia di arancia. Ho pensato di farli al limone in primo luogo perché le ultime arance che si trovano in questa stagione sono troppo rosse e mature per i miei gusti, in secondo luogo perché adoro il limone!
Sono leggerissimi perché preparati con l’olio d’oliva e hanno una consistenza perfetta per il tè e la giusta frizzantezza data dal limone.
La ricetta: Biscottini al superlimone (circa 30-35)
60 g di succo di limone (1 limone e ½ biologici e succosi)
40 g di olio d’oliva
60 g di zucchero a velo
1 tuorlo
1 cucchiaino di lievito per dolci
farina (circa 200g)
per rifinire: latte e zucchero semolato
Ho grattugiato la buccia di ½ limone, poi ho spremuto il succo di un limone e mezzo.
Ho mescolato il succo con l’olio, il tuorlo, la buccia di limone, lo zucchero a velo e il lievito.
Poi ho aggiunto la farina, circa 150 prima e poi man mano fino ad ottenere un impasto lavorabile, come una pasta frolla. Ho formato una palla e l’ho avvolta con pellicola e l’ho lasciata riposare in frigo per mezz’ora.
Ho steso la pasta a 3 mm di spessore e ho ritagliato i biscotti con la formina a stella.
Ho cotto i biscotti in forno caldo a 170° per 12-13 minuti. Con la forma a stella bisogna far attenzione che non si brucino le punte.
Se i biscotti piacciono più dolci si possono spennellare con latte freddo e passare nello zucchero semolato.