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La Pagnotta di Doris Grant

Per la mia rubrica sulla panificazione e per presentare ancora una ricetta inglese per il mercoledì social di Micol e Cecilia questa settimana ho preparato il mitico pane di Grant, in inglese Grant Loaf

Se vi state chiedendo perché “mitico”, è perché questo pagnottone squadrato ha una lunga storia, anche se non antichissima, legata all’inventiva di una donna ingegnosa, Doris Grant; perché è velocissimo da fare, avendo tempi di lievitazione ridotti; perché si fa con il lievito liofilizzato, che potete tenere sempre in casa senza paura che vada a male, e, infine, perché si mantiene per 3/4 giorni come se fosse fatto poche ore prima, e risulta perciò comodissimo da tenere in dispensa per fare dei tramezzini da portarsi a spasso – o in spiaggia, per chi ci va – o da tenere come pane da emergenza, quando finisce il pane in casa.

La ricetta, anche questa volta presa dal libro Il Pane Fatto in Casa di Christine Ingram e Jennie Shapter, è stata sperimentata da me molte volte, allungando anche leggermente i tempi di lievitazione.
Il segreto, scoperto per caso da Doris Grant e poi da lei perfezionato, sta nel “non impasto” del pane, che può sembrare un controsenso, in quanto una delle regole per ottenere un pane che ben si sviluppi in lievitazione è quello di impastarlo a lungo. A venire in soccorso è una grande idratazione e l’utilizzo dello zucchero integrale di canna che contribuisce alla lievitazione e a tenerlo particolarmente umido all’interno e quindi a far sì che non si secchi dopo poche ore.
Doris Grant e il Dr. William Howard Hay
Doris Cruikshank, nata nel 1905 e diplomata alla Glasgow School of Art, divenne la Signora Grant nel 1925, sposando Gordon Grant. 
Scoprì il segreto di questo pane in tempo di guerra, nel 1940. Pare che, sovrapensiero, mise il pane in teglia senza lavorarlo; convinta di aver fatto uno sbaglio pensò di dover gettar via il tutto, ma si decise ugualmente a cuocere la pagnotta, perché evidentemente non era tempo di fare grandi sprechi e, a fine cottura, si accorse di quanto il gusto del pane fosse più soddisfacente rispetto a quello di un pane lavorato a lungo. Da qui partì con ulteriori affinamenti fino a giungere alla ricetta che venne pubblicata nel suo ricettario e che oggi viene divulgata.
Doris Grant si era già avvicinata alle teorie del Dottor William Howard Hay, riguardo alla combinazione dei cibi, teorie comunemente conosciute come “Dr. Hay Diet”; in particolare Hay costruì una teoria alimentare sulla non-mescolanza di alimenti acidi e alcalini nello stesso pasto, che possono, secondo le sue ricerche, portare più facilmente all’obesità.
Partendo da queste teorie la signora Grant, proseguendo i suoi studi arrivò ad affermare con certezza che l’osservanza di una dieta ricca di alimenti integrali aiutava la salute e la naturale reazione del corpo alle malattie. Doris Grant diceva: «If you love your husbands, keep them away from white bread . . . If you don’t love them, cyanide is quicker but bleached bread is just as certain, and no questions asked.»
«Se amate i vostri mariti, teneteli alla larga dal pane bianco… Se non li amate, il cianuro è il metodo più veloce, ma il pane sbiancato è altrettanto infallibile, e senza suscitare domande.»
Quindi era ben al corrente già negli anni ’40, dei danni portati al nostro organismo dagli alimenti troppo raffinati, in particolare cibi confezionati con farine bianche o zucchero raffinato. Qui trovate il suo libro.
Doris Grant venne a mancare nel 2003, ma in questi lunghi anni molte delle cose che lei aveva intuito sono state dimostrate scientificamente. Che l’attenzione su di lei non sia mai calata è dimostrato dal fatto che la sua pagnotta è stata recentemente riproposta da Lorraine Pascale nella propria trasmissione televisiva sulla BBC, dopo centinaia di imitazioni e rielaborazioni fatte nel corso degli ultimi 70 anni.
Inutile ripetere che la Grant Loaf va confezionata con una farina integrale, io uso una farina mista integrale e di segale, ma a seconda dei vostri gusti potete usare quella che preferite. Lo zucchero deve essere di canna integrale, non quello a granelli, ma quello che si presenta in polvere, molto scuro, il Muscovado è perfetto.

La ricetta: Pagnotta di Grant
ingredienti per uno stampo rettangolare:
460 g di farina per pane (io cambio le proporzioni, mettendoci sempre un 30% di farina integrale, o per pane nero o di farro)
1 cucchiaino e 1/2 di sale 
1 cucchiaino di lievito di birra liofilizzato
400 ml di acqua tiepida (37°)
1 cucchiaino colmo di zucchero Muscovado
Ho preparato 50 ml abbondanti di acqua tiepida e ho cosparso in superficie il lievito liofilizzato. Dopo un paio di minuti ho mescolato e aggiunto lo zucchero Muscovado e fatto fermentare al coperto per circa 10 minuti.
Nel frattempo ho scaldato la ciotola, d’inverno si può tenere un po’ sul termosifone, oppure passare velocemente in forno tiepido, poi vi ho messo la farina e il sale e mescolato.
Con olio d’oliva e un pennello da cucina ho unto accuratamente uno stampo per pane, su tutta la superficie interna e un foglio di pellicola da cucina per ricoprirlo durante la lievitazione.
Passati i dieci minuti ho cominciato ad aggiungere i liquidi alla farina, dentro la ciotola intiepidita, mescolando bene con un cucchiaio di legno; prima si versano i 50 ml di acqua con il lievito, poi i restanti 350 ml, sempre appena tiepidi. Deve formarsi un impasto omogeneo e un po’ grumoso, molto fluido, mescolando sempre con il cucchiaio o se volete con l’impastatrice per 1 o 2 minuti.
A volte, a seconda delle condizioni atmosferiche può essere necessario aggiungere ancora un po’ d’acqua, 20 ml circa. L’impasto deve essere appicciocoso e assolutamente non-lavorabile su una spianatoia. Dalla ciotola si versa direttamente nella teglia, che poi si ricopre con pellicola unta e con un panno pulito. Il tutto si mette a lievitare in forno tiepido e spento per mezz’ora. Può restare anche un po’ di più, ma mezz’ora sarà sufficiente perchè l’impasto raggiunga il bordo superiore della teglia. 
qui si vede la crescita del pane in mezz’ora; mentre il forno scalda, crescerà ancora qualche millimetro.
A questo punto si tiene al caldo fuori dal forno e nel frattempo si scalda il forno a 200°.
Si inforna per 30-40 minuti. A me 30 minuti sono sufficienti. Per verificare la cottura, bisogna estrarre il pane dalla teglia e picchiettarlo sul fondo: se è cotto suona come se fosse cavo. Se è ancora morbido sulla parte inferiore, rimetterlo in forno ancora per un po’.
La pagnotta di Grant va fatta raffreddare su una gratella. Una volta fredda sarà croccante in superficie e molto umida all’interno. Il giorno dopo perderà la croccantezza superficiale e al’interno sarà un po’ più asciutta, ma sempre morbidissima.

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Pancakes salati in verde e Magno Gaudio!!! :D

Prima della ricetta devo fare un GRANDE annuncio!!!
Mercoledì sono stati proclamati i vincitori del contest della Cuochina Sopraffina …ed io sono arrivata terza con la mia ricetta dei pancakes alla salsa di mele speziata!!!
Sono stata felicissima di questo piccolo traguardo ed ho pure vinto un bel premio, ovvero 3 Ultrasalse al cubo a mia scelta. 
Ho già fatto l’ordine e ho scelto: 
– ultrapesto con foglie di basilico e castagne
– ultrasalsa con funghi porcini, uvetta e rosmarino
– ultracrema con peperoncino e noci
ma non è stato facile perchè sono tutte stuzzicanti e particolari.
Ora non mi resta che attendere e poi utilizzarle per qualche mia ricetta!:D

A questo punto passiamo invece ai pancakes salati, la cui ricetta incuriosiva molti!!! 

Mi sono documentata un po’… negli Stati Uniti i pancakes sono detti anche hotcakes, griddlecakes o flapjacks, e nascono come dolce tradizionale carnevalesco. 
In Gran Bretagna sono chiamati Scottish Pancakes e di diametro sono un po’ più piccini, tipo quelli che ho fatto io alla salsa di mele.
Tradizionalmente è conosciuta la versione dolce, e la farcitura più comune è quella con sciroppo d’acero. 
In Australia e Nuova Zelanda vengono detti pikelets e serviti con semplice burro fuso o burro e marmellata.

L’idea
dei pancakes salati si è diffusa invece a partire dalle crepes, che
assomigliano solo apparentemente ai pancakes e che in tutta Europa si
farciscono sia “in dolce” che “in salato”.

Prima di cimentarmi nella preparazione ho spulciato diverse ricettine e dosi sul web e ho creato una mia ricetta personale.

Di massima le dosi sono simili a quelli dolci, ma ho sostituito lo zucchero con due cucchiai di Asiago grattugiato.
L’albume montato a neve conferisce la solita altezza e sofficità al pancakes, però questi salati sono un po’ meno leggeri e “nuvolettosi” di quelli dolci…insomma è un vero pasto in piena regola.

Ora largo alla semplicissima ricetta: Pancakes Salati alla Salsa di Broccoli
200 ml di latte
1/2 cucchiaino di lievito per impasti salati
25 g di burro
2 cucchiai colmi di Asiago Pressato grattugiato non troppo fine
125 g di farina
2 uova
250g di broccolo
1 cucchiaio di philadelphia
1 acciughina
1 spicchio d’aglio
1 peperoncino secco piccolino
olio
sale
Per la salsa:
Ho sbollentato rapidamente i broccoli, per velocizzare la cottura.
In una padella, ho fatto dorare leggermente l’aglio nell’olio con l’acciughina e il peperoncino schiacciato, poi ho versato in padella i broccoli e li ho fatti rigirare per un po’…ci vorranno tra i 5 e i 10 minuti…perchè si insaporiscano bene e si ammorbidiscano ulteriormente.
Poi ho tolto l’aglio e ho versato tutto nel frullatore, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua calda, per ottenere una consistenza liscia. 
Per i pancakes:
Ho mescolato latte, burro fuso, asiago e tuorli molto rapidamente.
In un’altra ciotola ho mescolato farina, lievito e un pizzico di sale.
Ho miscelato gradualmente i due impasti, i liquidi nei solidi, sempre mescolando.
Separatamente ho montato a neve gli albumi e li ho aggiunti all’impasto mescolando dall’alto in basso.
Poi ho cotto i pancakes a cucchiaiate in un padellino caldo, spennellato leggermente di olio, sempre circa un minuto per lato.
La salsa di broccoli, prima ottenuta, va travasata in un pentolino, in cui, a pancakes
pronti, si farà sciogliere il cucchiaio di philadelphia, riscaldando
prima di versare sui pancakes. 
Ho completato con una grattugiata a julienne di Asiago.
Poi si serve subitissimo! (salvo se dovete fare le foto!!! :D)

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