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Natale

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Focaccia della Befana La tradizionale focaccia dolce dell'Epifania

La focaccia della Befana è il dolce  che qui in Piemonte si mangia per l’Epifania. E’ una focaccia soffice, dall’impasto profumato di arancia, simile a quello della Colomba pasquale. Read more

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Christmas Cookies Biscottini facili facili da decorare a piacere

Tempo di biscotti e tempo di christmas cookies.
Se penso al mio Natale ideale ho questa immagine davanti agli occhi.
 

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Bejgli ai semi di papavero dall’Ungheria

bejgli_slideshow_miniEcco, l’ho fatto di nuovo.

Il primo e ultimo Bejgli ungherese della mia vita risale al 10 dicembre 2012, qui sul blog, con un ripieno dolcissimo di noci, il diós bejgli. Ma era da allora che mi ripromettevo di provare questa versione, che mi sembra molto più caratteristica e affascinante, con la sua spirale nera e lucida come petrolio, il mákos bejgli con i semi di papavero. Read more

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Omini biscottini di neve Per giocare con biscotti sempre diversi

Per Natale e soprattutto prima di Natale, quando presentare idee simpatiche e originali tra le pagine del blog è un vero must, Pinterest è fonte infinita di ispirazione e divertimento, così, tra gli alberelli di pastasfoglia e le meringhe verdi, si trovano anche questi biscotti simpatici, omini-pupazzo di neve, alternativa perfetta ai classici omini di pandizenzero che avevo già preparato lo scorso anno con una ricetta infallibile!
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Bûche de Noël, per un felice inizio Il tronchetto di Natale, tipico delle feste di fine anno francesi

La ricetta giusta per gli ultimi auguri del 2014 è la Bûche de Noël, tradizionale ricetta francese e in generale dei paesi francofoni, delle feste natalizie, sciccoso quanto basta per essere mangiato sia a Natale, sia a Capodanno.

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Bûche de Noël, per un felice inizio Il tronchetto di Natale, tipico delle feste di fine anno francesi" class="facebook-share"> Bûche de Noël, per un felice inizio Il tronchetto di Natale, tipico delle feste di fine anno francesi" class="twitter-share"> Bûche de Noël, per un felice inizio Il tronchetto di Natale, tipico delle feste di fine anno francesi" class="googleplus-share"> Bûche de Noël, per un felice inizio Il tronchetto di Natale, tipico delle feste di fine anno francesi" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/buche-de-noel_1.jpg" class="pinterest-share">
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Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!

 Simpaticamente sgangherati. Almeno spero che vi stiano simpatici. Qui ci siamo procurati il tagliabiscotti a forma di omino, ma siamo allergici a tutte quelle diavolerie del cake design.

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Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="facebook-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="twitter-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="googleplus-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/omini_pandispezie_evid.jpg" class="pinterest-share">
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Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda

Viste e subito amate, le ciambelline al vino sono biscotti friabili della tradizione laziale, della Ciociaria in particolare, ma più o meno diffusi in tutto il centro Italia.

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Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="facebook-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="twitter-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="googleplus-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/ciambelluzze_vino_evid.jpg" class="pinterest-share">
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Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti

Una volta era una grande scatola di latta, piena di rocchetti e di bottoni; molto spesso vi si formavano garbugli indistricabili tra i fili colorati.

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Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="facebook-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="twitter-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="googleplus-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/bottoni_2_ww_zps59047d66-565x660.jpg" class="pinterest-share">
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Due ricette per Natale con la Vernaccia di San Gimignano DOCG

« Questi, e mostrò col dito, è Bonagiunta. Bonagiunta da Lucca: e
quella faccia di Ià da lui più che l’altra trapunta ebbe la Santa
Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di
Bolsena e la Vernaccia »
[Dante Alighieri, Divina commedia, Purg. XXIV,19-24]
E se già Dante nel Purgatorio citava la Vernaccia con tanta disinvoltura, facendo riferimento a Papa Martino IV, goloso di questo vino, vuol dire che all’epoca era già celebre in diverse parti d’Italia.
Pare che il nome faccia riferimento a Vernazza nelle Cinque Terre, dove si imbarcava per mare una produzione di questo vino; altre ipotesi fanno riferimento alla parola vernaculum che significa “originaria del posto” oppure si legano a Verno, gelido.
La sua produzione pare aver inizio nel 1200 ad opera di un certo Vieri de’ Bardi, che finì nel dimenticatoio al contario del suo prodigioso vino. Nel 1276 la Vernaccia era già celeberrima e pregiata, tanto da obbligare la creazione di una gabella di 3 soldi per ogni soma di vino esportata fuori da San Gimignano.
A seguire questo vino ebbe molti estimatori, da Cecco Angiolieri a Boccaccio, da Lorenzo il Magnifico a Geoffrey Chaucer, solo per citarne alcuni.
Giorgio Vasari immortala nell’allegoria di San Gimignano e di Colle Val d’Elsa, nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a
Firenze, «un
satiro giovane che beve la Vernaccia di quel luogo».

Nel 1610 San Gimignano e il suo vino finiscono addirittura in una guida turistica ante litteram per i primi viaggiatori ad intraprendere il Gran Tour in Italia:

 «cittadina
particolare, perché produce vina vernatica finissimi e si decora bene di
Templi splendidi»

Con il Settecento comincia un lento declino che arriva al culmine nell’Otticento con il diffondersi di varie patologie della vite, che provocano un radicale cambiamneto nella produzione vitivinicola italiana. La rinascita è lenta ma nel 1966 è il primo vino ad ottenere la DOC in Italia. Nel 1993 arriva anche la DOCG.
Ad oggi è un vino prodotto da almeno l’85% di uve Vernaccia di San Gimignano, con un massimo del 15% di altri vitigni a bacca bianca di zona toscana, non aromatici. Il suo profumo è floreale fruttato in gioventù e diventa minerale con l’invecchiamento a cui si presta benissimo, soprattutto nelle varietà riserva.
Invitata dal Consorzio della Denominazione di San Gimignano a partecipare al contest sul menù di Natale, ho ricevuto la Vernaccia di San Gimignano DOCG Vigna in Fiore 2013 di Ca’ del Vispo di Massimo Daldin, da 100% uve Vernaccia.
Ho pensato, per un ipotetico menù delle feste, di abbinarla a due piatti di pesce, un antipasto e un primo; l’antipasto, il filetto di sogliola, è reso più importante dalla presenza di erbette provenzali, che ben si sposano con i caratteri floreali del vino. La zuppetta di seppie, invece, è impreziosita dalla presenza dello zafferano, che rappresenta un abbinamento abbastanza classico per questo vino e dona un piacevole colore dorato alla tavola delle feste.

Le ricette:
Filetti di sogliola alle erbe provenzali su crema rustica di ceci

(per 4 persone)
300 g di ceci già lessati
1 cipolla
400 ml di brodo vegetale
1/2 bicchiere di Vernaccia di San Gimignano
olio extravergine d’oliva
sale
pepe bianco
1 rametto di rosmarino
4 filetti di sogliola
misto di erbette provenzali (origano, rosmarino, timo, finocchietto, lavanda, basilico, anice)
Tagliare finemente la cipolla; rosolarla per qualche minuto in due cucchiai d’olio a fuoco vivace ed aggiungere i ceci già lessati. Sfumare poi con il vino bianco e lasciar consumare. Aggiungere il brodo e il rametto di rosmarino e far insaporire i ceci per dieci minuti. Regolare di sale e pepe. Frullare il tutto fino ad ottenere una crema dalla consistenza non perfettamente liscia.
Spennellare i filetti di sogliola con poco olio extravergine, salarli e passarli nel misto di erbette. Arrotolarli su se stessi e legarli con un filo di spago per alimenti.
Infornarli a 180° per 10 minuti.
Riscaldare la crema di ceci, stenderla a specchio sul piatto e adagiarvi il filetto di sogliola, liberato dallo spago e irrorato con un filo d’olio a crudo.
Piccoli canederli integrali in brodo di seppioline allo zafferano
(per 4 persone)
160 g di pane raffermo ai cinque cereali, privato della crosta
50 g di latte
40 g circa di farina integrale
2 uova bio piccole
12 seppioline pulite
1 spicchio d’aglio
200 ml di fumetto di pesce
1 bustina di zafferano
olio extravergine d’oliva
sale
prezzemolo tritato
per il brodo:
rosolare lo spicchio d’aglio leggermente schiacciato in tre cucchiai d’olio. Aggiungere le seppioline tagliate a listarelle, assieme ai tentacoli e far insaporire. Coprire con il fumetto di pesce e far cuocere  a pentola coperta finchè le seppioline non sono tenere, per circa 15-20 minuti. Sciogliere lo zafferano in poca acqua ed aggiungerlo al brodo, con l’aggiunta di un’altra tazza d’acqua calda. Regolare di sale. 
per i canederli:
tagliare il pane a cubetti; irrorarli di latte ed unirvi le uova sbattute con un pizzico di sale e la farina. Lavorare il composto e formare, con le mani leggermente inumidite, delle palline della grandezza di una noce. 
Riportare a bollore il brodo di seppie e lessarvi i canederli per 5 minuti. Servire con il brodo, spolverando di prezzemolo fresco tritato.

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Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole

Questi biscotti sono adatti a una domenica di pioggia o ad accompagnarvi nell’inizio della settimana. Leggeri e intensi, perfetti anche con il sole che oggi mi ha letteralmente colta di sorpresa.
Sono semplici e veloci da fare, con una forma davvero rustica, niente formine o ritagli complicati, solo un impasto da stendere alto, quanto le nocciole intere che sono all’interno, e da tagliare a quadrati regolari.

Ho pensato di sostituire il burro con olio per un risultato più leggero e successivamente, avendo un po’ di albumi in frigo, ho utilizzato il solo bianco d’uovo al posto dell’uovo intero.

 
Ne derivano dei biscotti sbriciolosi e friabili, ma le nocciole sono valorizzate anche dalla differenza di consistenza. 
Il consiglio naturalmente è di usare nocciole di ottima qualità, come la Tonda Gentile delle Langhe che ho usato io oppure la nocciola IGP di Giffoni. Se usate delle nocciole in granella, potrete fare biscottini più sottili e più piccoli, a voi la scelta!
 
Con questo post ringrazio Valentina, la blogger di Latte Dolce Fritto; anche questo blog, conosciuto da poco, mi ha subito conquistato. Valentina mi ha fatto dono di un piccolo premio, questo:
 
Non sono solita continuare le catene, ma mi ha fatto davvero piacere e visto che fin dall’antica Roma era uso regalare piantine di nocciole per augurare felicità, io omaggio Valentina con questi super biscotti alla nocciola, con lo stesso augurio.
E a tutti voi, che mi leggete e mi seguite con affetto, una cascata di biscotti alla nocciola per un felice inizio di settimana!

 

 

La ricetta: Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro
(ho seguito la ricetta di Francesca, ma ho dimezzato le dosi. Ho cambiato il burro con l’olio di semi, nella proporzione di 100 g di burro a 80 g di olio di semi, e l’uovo intero con pari peso di albume)

225 g di farina
15 g di cacao amaro
60 g di olio extravergine di oliva (o di semi di girasole)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
80 g di zucchero a velo
1 albume
85 g nocciole (le mie qualità tonda gentile delle Langhe)

Mescolare in una grande ciotola farina, cacao e zucchero. Aggiungere mescolando l’olio e poi l’albume, formando grosse briciole di impasto. Completare con le nocciole intere e la vaniglia. Formare un panetto alto due dita e riporre in frigo a raffreddare per un’oretta.
Stendere l’impasto in un rettangolo spesso quanto le nocciole e ritagliarlo in quadrotti di 5 cm di lato.
Infornare a circa 180° per circa 13 minuti.
Maneggiare delicatamente finchè non sono ben freddi.

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Mercatini Natalizi all’Enoteca Regionale del Moscato

Anche Mango con la sua Enoteca Regionale “Colline del Moscato” ha avuto i propri Mercatini Natalizi.
L’idea è nata vedendo quante iniziative analoghe si stavano svolgendo nei paesi limitrofi: anche il castello di Mango, con i suoi bei soffitti voltati e le sue mura spesse e cariche di storia, doveva per un weekend vestirsi a festa e fare spazio agli espositori.
La scelta è caduta sull’ultimo weekend prima di Natale, per concomitanze con altri eventi nel paese e nelle vicinanze. Molti erano certamente impegnati con le ultime corse ai regali e con l’inizio delle preparazioni per la vigilia di Natale, ma coloro che sono passati al castello hanno trovato tante opportunità per calarsi in un’atmosfera natalizia d’altri tempi, grazie alla musica e ai numerosi ospiti.

In particolare la giornata di domenica ha visto tra i protagonisti i trottolai di
Roccavignale, un piccolo borgo ligure, che sono arrivati con le loro affascinanti trottole a
filo, un gioco antico di almeno 6000 anni, con tutta l’attrezzatura
necessaria a costruirle sul momento. 
Se non siete muniti di un tornio, sappiate che vi serve un vecchio motore da lavatrice e decisamente tanta abilità manuale, ma potete imparare anche voi a costruire trottole di legno…forse non così minute e precise come queste di osso, che sono contenute da un guscio di nocciola vuoto: ce ne staranno almeno una trentina.
Per i bambini, oltre al lancio delle trottole, c’erano due laboratori creativi: quello di decorazione di biscotti, tenuto da Paola Solazzi e quello di pupazzetti di pasta al sale con Bruna Stupino.
 
Per chi lo desiderava c’era la possibilità di passeggiare intorno al castello a dorso d’asino, grazie alle splendide e docili bestie dell’Azienda Agricola Pavaglione, abituate al trekking con i bambini.

A fare il loro figurone alcuni membri della Confraternita della Nocciola, abbigliati con il loro scenografico mantello, con la proiezione di un filmato sulla Tonda Gentile delle Langhe.

Tanti banchetti di esposizione e vendita, con prodotti enogastronomici ed artigianato e tanta musica hanno accolto i visitatori, fino al culmine della giornata, la degustazione guidata di Moscato d’Asti DOCG come sempre condotta magistralmente da Lorenzo Tablino. Non solo degustazione, dunque, ma tante curiose note sul Moscato d’Asti e sull’Asti Piemonte, sulla loro storia e sui produttori; qualche curiosità sugli abbinamenti ed infine la presentazione ancora non ufficiale della raccolta di ricette dei foodbloggers che quest’estate si sono messi in gioco con una bottiglia di Moscato e tantissima fantasia, promossa dall’Enoteca Regionale del Moscato in collaborazione con Ricette di Cultura, Cucina Precaria e Due Cuori e una Forchetta.
Avremmo voluto avere più tempo, per dare anche noi il nostro contributo con qualche ricetta, ma il lavoro è proseguito lesto con il supporto e l’abnegazione di Renata Bonacina dell’azienda agricola Ca’ ad Balos, finanziatrice del progetto grafico e della stampa.
L’obiettivo era quello di mettere in vendita il prodotto già ai mercatini natalizi. Io e Anna ci siamo occupate della raccolta delle immagini, di far da tramite con l’agenzia che si è occupata della grafica e soprattutto di uniformare i testi.
Ecco una piccola anteprima del libricino:

I proventi della vendita verranno utilizzati innanzitutto per pagare le spese di elaborazione e di stampa. In futuro si spera che il libricino possa essere diffuso in enoteche e cantine per promuovere l’uso del Moscato d’Asti DOCG in cucina, in modo che non sia più relegato a vino da dessert ma che conosca una fortuna a tutto pasto!

La presentazione ufficiale sarà in primavera: forniremo a tutti le indicazioni per partecipare!

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