Cuori di raviolo alle melanzane
ma rimane sconosciuta o ignorata in area greca e romana. Il suo nome
presso di noi, infatti, deriva da parole arabe e non ha un nome in
latino o in greco. In sanscrito era detta vatingana, per i Persiani era batingan, vicino comunque alla nostra melanzana.
nordafricani durante l’invasione della Spagna; comparve in Andalusia
all’inizio del Medioevo e presto venne adottata dai popoli mediterranei,
mentre gli inglesi continuarono per secoli a coltivarne una qualità dal
frutto molto grosso, come pianta ornamentale.
melanzane sono legate a qualche idea di decadenza tropicale. Un
piatto turco di melanzane viene chiamato Imam Bayeldi, che significa
“l’Imam trapassato”. L’Imam in questione fu così sopraffatto dal
sapore glorioso di questo piatto servitogli dalle concubine, che morì
sul colpo.
In effetti il frutto acerbo contiene solanina, un veleno, come altre
piante appartenenti alla famiglia delle solanacee, come anche la
patata.
Melanzana – “mela insana” o “pomo sdegnoso” si trova anche nell’opera di Scappi.
volgare>> e il suo utilizzo era legato ad una cucina popolare:
<<mangiansi volgarmente fritte nell’olio con sale e pepe, come i
fonghi.>>
<<non devono essere mangiate se non da gente bassa o da
ebrei>>, una credenza che durò negli anni fino all’Ottocento.
<<erano tenuti a vile come cibo per gli ebrei>> ciò
confermerebbe che <<in questo, come in altre cose di maggior
rilievo, esso hanno sempre avuto buon naso, più de’ cristiani.>>
Volevo fare dei ravioli per inaugurare il mio nuovo mattarello!!! Finalmente ne ho uno e non dovrò più prenderlo in prestito dalla mamma o usare una bottiglia per stendere la pasta.
I ravioli di inaugurazione dovevano essere particolari, però, e quindi li ho fatti a forma di cuore. Nel ripieno melanzane a cubetti, semplicissime e saporite, e per condire un sugo di datterini freschi e basilico, delicato al punto giusto da valorizzare e non coprire il ripieno.
Poi ho tagliato tanti cuori con una formina per biscotti e su metà di questi cuori ho deposto un cucchiaino di ripieno di melanzana, dopo avervi aggiunto la feta sbriciolata grossolanamente.
Ho ricoperto il ripieno con un altro cuore di pasta, dopo aver inumidito i bordi di quello inferiore con un goccio d’acqua.
Messa l’acqua per cuocere i ravioli a bollire, ho fatto rosolare uno spicchio d’aglio nell’olio in una padella larga. Poi ho tuffato in padella i pomodorini lavati e tagliati a metà o in quarti e ho proseguito la cottura del sughetto, aggiustando di sale e aggiungendo il basilico, finchè non erano cotti anche i ravioli.
Infine, dopo un veloce passaggio in padella, ho impiattato.
Con questa ricetta partecipo al contest “La pasta fatta in casa” di Natalia del blog Fusilli al Tegamino.