Maxi ravioli con gorgonzola e pere
In parte deriva dall’usanza già in epoca romana di accostare i cibi “freddi” con cibi che li “scaldassero” e li rendessero più piacevoli allo stomaco.
Ben venga se poi l’abbinamento è anche piacevole per il palato.
Marion Derrett -Pear, Wine & Cheese |
In Francia nel XIII secolo comincia a diffondersi questo detto:
«Oncques Deus ne fist tel mariage
comme de poire et de fromage».
Sempre in Francia entra nel dire comune, per indicare un pasto agli sgoccioli, il detto:
«Entre le fromage et la poire
chacun dit sa chanson à boire», ovvero ognuno tra il formaggio e le pere propone un brindisi di chiusura del pranzo e inizio della festa.
Anche in Italia vengono composti versi simili.
Di Petrarca i versi:
«Addio: l’è sera.
Or su vengan le pera,
Il cascio e ‘l vin di Creti»
Mentre quasi duecento anni dopo Michelangelo Buonarroti scriveva:
«…venner le frutte, il formaggio e ‘l finocchio,
le pere cotte con qualche sfogliata:
poi quivi stetter lungamente a crocchio
a ragionar…»
Marion Derrett -Pear, Wine & Cheese |
Studiosi del gusto e dell’alimentazione si scomodano per dire:
«Al termine di una buona bevuta (ossia al termine di un buon pranzo) si devono prendere pere cotogne o pere cotte e un pochetto di buon formaggio, perché col sigillo di queste cose si conforta la bocca dello stomaco.» (Domenico Romoli XVI secolo)
«Perché vanno bene il formaggio o la pera dopo aver mangiato? Perché siccome [il formaggio] è così pesante, scende al fondo dello stomaco e richiama il cibo, che è dove si fa la migliore digestione…la pera ha la stessa efficacia» (Andres Ferrér de Valdecebro, 1620-1680).
Da un’altra prospettiva la cultura popolare si scatena facendo del formaggio con le pere un fatto di costume, una conclusione del pasto nobile e sana.
«Pane, formaggio e pere, mangiare da cavaliere»
Il formaggio, cibo dei selvaggi, il cibo di Polifemo e dei pastori che non si occupavano di agricoltura diventa degno compagno di un frutto nobile, delicato ed altamente deperibile che al tempo del Re Sole era coltivato in 500 qualità diverse.
[Le informazioni relative ai proverbi sono tratte da M.Montanari, Il formaggio con le pere. La storia di un proverbio, Laterza, 2008.]
La ricetta: Maxi ravioli con gorgonzola e pere
Ho pensato a questo ripieno con un involucro leggero senza uova.
Sono venuti fuori dei maxi ravioli, candidi e delicati, che avevano nel ripieno il giusto equilibrio tra dolce e piccante.
Per la pasta ho usato:
La pasta deve essere stesa sottilissima. Ho ricavato dei rettangoli – ma sarebbe meglio ritagliare dei quadrati di 10 cm di lato – e ho messo al centro una cucchiaiata di ripieno, ho ricoperto con un altro rettangolo di pasta, fatto aderire bene e ritagliato tutto intorno.
Poi li ho immersi, a due a due in acqua bollente salata.
Man mano che erano cotti, li ho fatti passare nel padellino con il sughino di pera e gorgonzola sciolto, e poi nel piatto!!!
buonissimi!! anche io tempo fa li ho fatti, sono gustosissimi e i tuoi così grandi belli da vedere!!
Wow… che bei ravioli golosi. Peccato che non mi piaccia il gogonzola altrimenti me li sarei mangiati tutti…
Mi piace molto l'accostamento e adoro i ravioli. Anche questi vanno nella lista delle cose da provare assolutamente.
@Francesca: temevo che scoppiassero, in effetti! Invece…tutto sotto controllo!!! 😀
@Ilaria: allora ci devi mettere un altro formaggio insieme alle pere!! Non possiamo deludere gli antiqui!!! 🙂
@Vera: anche il sughino era perfetto, tra il dolce delle pere e il piccante del gorgo!!! 😀
Ciao Alessandra, l'accoppiamento pere/formaggio lo adoro, ma non mi sono mai cimentata nei ravioli, i tuoi sembrano davvero molto molto golosi, da provare al piu' presto! Ciao
@Stella, facendoli in formato gigante ci si mette anche poco tempo!!! 😀
mamma che buoni! il gorgonzola poi lo adoro, per cui devono essere strepitosi!