#Made in To la visita alla Pastiglie Leone
E così ho accolto con grandissimo entusiasmo la possibilità di visitare finalmente la Fabbrica delle Pastiglie Leone.
Già dall’anno scorso era possibile partecipare ad alcuni tour guidati alla scoperta delle mitiche pastigliette e di altre aziende del teritorio torinese.
Quest’anno Turismo Torino rilancia ed offre, con Made in Torino, un carnet di scelta sempre più ampio per andare a curiosare nei marchi storici della provincia.
Non si poteva che cominciare in dolcezza ed eccoci dunque in partenza, folta schiera di donne curiose (e golose), alla volta di Collegno, dove in un unico stabilimento prendono vita dolcezze indescrivibili.
Fin da subito quel che più balza agli occhi – e al cuore – è l’attaccamento all’azienda e la difesa di una storia di famiglia, in cui Daniela Monero, che ci accompagna nella visita, è la protagonista assieme al suo defilato, ma attentissimo, papà.
Così tra antiche scatole di latta, passate in chissà quali mani di golosi del secolo scorso, Daniela ci racconta la storia delle Pastiglie Leone che comincia ad Alba ad opera di Luigi Leone. Quasi subito l’azienda viene spostata a Torino perchè possa diventare fornitrice della Real Casa. Così accade, e famosa è la storia che vede un pensieroso Cavour prendere le più importanti decisioni politiche gustando la caramella gommosa Leone alla violetta.
La famiglia Leone, però, dopo alcuni anni di successi, decide, nel 1934, di prendere altre strade e di vendere l’azienda. Chi subentra nella proprietà e nella gestione è Giselda Balla Monero, una delle prime imprenditrici italiane, la nonna di Daniela, detta anche La Leonessa. La Fabbrica delle Pastiglie Leone, nell’antica sede di corso Regina, raggiunge subito un più fulgido splendore e lo mantiene; il merito va a scelte oculate ma ardite, come i primi investimenti in pubblicità e in fidelizzazione della clientela.
Dalla storia alla cura di oggi c’è stato solo un salto temporale. La fabbrica è stata spostata a Collegno per far spazio al sogno del signor Monero di ricominciare la produzione del cioccolato. Il sogno si è realizzato e nella più alta espressione possibile.
Oggi, come all’inizio della storia di questa fabbrica delle meraviglie, vengono utilizzati ingredienti di primissima scelta. Solo gomma arabica e gomma adragante per le pastiglie, tanto zucchero, oli essenziali, estratti direttamente dai frutti e piante, e coloranti naturali.
Il cioccolato viene fatto con il cacao migliore, che viene lavorato a partire dalla fava, proveniente dal Centro America e da Sao Tomé; viene utilizzato solo zucchero di canna e vaniglia proveniente dal Messico. E per il cioccolato al latte si usa il latte fresco, non quello in polvere, e all’assaggio questa scelta, per certi versi faticosa perchè complica la lavorazione, si sente e si gusta!
Vestite di impermeabili di carta bianca, con cuffia e calzari, abbiamo religiosamente sfilato davanti a tutte le macchine in produzione. Daniela ci ha spiegato per filo e per segno ogni momento di ogni diversa produzione.
Siamo state avvolte dal profumo del ribes e dell’arancia e potuto assaggiare l’impasto ancora caldo delle pastigliette e delle drops.
Abbiamo visto fare colorate gelatine di frutta con il vero succo di frutta, abbiamo visto nuvole di amido che danno forma ai golosi fondant.
Abbiamo assaggiato la fava di cacao e ci siamo affacciate nelle macchine per il concaggio, che rendono il cioccolato dolce e aromatico con pochissima aggiunta di burro di cacao, semplicemente cullandolo per più di 60 ore.
Abbiamo guardato con ammirazione le mani di tante donne, che lavorano alla Fabbrica delle Pastiglie Leone, che scelgono, selezionano ed incartano, intimidite dai nostri occhietti curiosi e dalle tante macchine fotografiche.
Siamo uscite con le borse cariche di acquisti, un po’ più felici, ed io ancora più orgogliosa di far da ambasciatrice all’eccellenza torinese.
ciao!complimenti per il blog ricettine deliziose…passa da me,ti aspetto!
http://assaggi-incucina.blogspot.it/
Wow! Quante delizie…è tantissimo tempo che vorrei andare a visitare la Leone (so che ci sono delle giornate aperte al pubblico), ma non ci sono ancora riuscita! Le tue foto mi hanno fatto tornare in mente questa idea! pensa che ho degli amici che si sono fatti personalizzare la scatoletta di latta come bomboniera per il matrimonio! Dolcissimo naturalmente!
Ciao, buona domenica (stranamente nevosa a torino).
betulla
Resoconto molto interessante (e con molte belle foto…)
Ho scoperto solo di recente che esiste la possibilità (in alcune date) di partecipare a queste visite guidate a "porte aperte"… sono sempre stata appassionata delle pastiglie Leone, e visto che – tutto sommato – abito anche molto vicino alla fabbrica di Collegno, credo che ci farò un pensierino per la prossima data disponibile.
fantastico! immagino sia stato molto divertente con tutti quei colori e profumi. Io poi adoro la grafica e le confezioni della Leone. MI terrei ogni scatoletta
ciao Alessandra, volevo domandarti una cosa. Io ho partecipato a una delle ultime visite guidate, fatte tramite il circuito Made in Turin. Mi ero portata la macchina fotografica (perché volevo scrivere anch'io un mini resoconto sul mio blog), memore anche di questo tuo post che mi aveva ispirata non poco… per la visita 😉 Però prima ancora di darci grembiulini e cuffietta ci hanno detto che non si potevano assolutamente fare fotografie, sigh sigh… Quindi mi chiedevo: è un divieto che hanno inserito da poco, oppure tu avevi chiesto un permesso speciale?
Grazie
Ciao Roberta!
Innanzitutto grazie di essere passata da qui!! 🙂
Dunque…no, non avevo un permesso speciale, ma la nostra visita è stata una delle prime della stagione ed essendoci alcuni componenti dell'Ente di promozione turistica di Torino, che poi hanno scritto sul blog istituzionale di questa visita, il permesso di fare foto non è stato minimamente messo in discussione.
Personalmente credo che sia molto sbagliato proibire le foto (anche nei musei, per intenderci, a patto di vietare l'utilizzo del flash) perchè la comunicazione ormai viaggia da consumatore a consumatore, passando ormai raramente dalla pubblicità istituzionale.
Sono certa che qualcuno ha prenotato la propria visita alla Leone dopo aver visto le mie foto o quelle di un'altra blogger (quel giorno eravamo 3 o 4), quindi non vedo proprio la ragione di vietarle!
D'altra parte, per spezzare una lancia in favore della Leone, mi sembra che siano piuttosto avanti nella scena "social" e mi sembra strano che facciano questo errore di valutazione.
A meno che non ci fossero problemi con l'immagine delle persone fotografate, più che con le macchine e i procedimenti…magari non potevano far firmare a tutti una liberatoria…
Mi spiace, perchè a me aveva fatto piacere portar via con me il bel ricordo di quella giornata!!