Luce e Gas, la cucina italiana e fusion in un posto tutto d’oro
Si sono avvicendate già diverse gestioni, l’ultima delle quali è particolarmente giovane e vivace, propositiva anche nella varietà di eventi che propone in abbinamento al cibo e nelle idee atte a sfruttare i 210 coperti del ristorante.
Il nome del locale, tanto per cominciare, fa riferimento a Illuminazione ed Energia in termini spirituali.
La grande statua di Budda al centro del locale è di polistirolo dorato, ma tutte le altre sono originali provenienti dalla Thailandia e dai paesi limitrofi. Anche il bancone è di fattura orientale e il resto dell’arredamento è etnico. Gli arazzi sono originali provenienti dalla Birmania.
L’utilizzo del legno e dei colori caldi rende questo posto particolarmente speciale ed accogliente nella stagione fredda, ma d’estate viene allestito anche un dehors per coloro che vogliono cenare fuori o semplicemente bere qualcosa nel dopocena; infatti Luce e Gas è anche cocktail bar, con cucina aperta fino alle due nel weekend e fino all’una in settimana.
La gestione del ristorante ha scelto di utilizzare prodotti del territorio e di stagione e sono consigliatissimi tutti i piatti a base di fassone piemontese.
Per la nostra cena abbiamo accettato di farci guidare in un viaggio degustativo tra le specialità del ristorante.
Abbiamo iniziato con una varietà di antipasti piemontesi: battuta al coltello con scagliette di parmigiano, vitello tonnato all’antica maniera e flan di verdure con fonduta di parmigiano.
Questo classico è stato seguito da uno dei nuovi piatti in menù, un cestino di melanzane fritte, ripieno di ricotta morbidissima e giusto un accenno di pancetta affumicata. Si presenta come una torretta compatta, ma ad ogni boccone l’intera composizione si scioglie letteralmente in bocca con un effetto piacevolissimo.
Viene il momento dei primi. Assaggiamo prima un risotto agli asparagi, buono, ma è con gli altri due piatti che Luce e Gas fa faville: gli gnocchi di patate al Castelmagno, piatto semplice, è accompagnato da una riduzione di moscato che stempera la caratteristica sapidità del formaggio. I ravioli ripieni di fiori di zucca, fatti in casa e altro piatto del nuovo menù, sono adagiati su una crema di seirass, profumata con mentuccia e resa ancora più saporita da fili di zucchine croccanti.
Come secondo ci viene proposto un piatto di mare, i gamberoni cotti sotto sale rosa himalayano. Rotta la crosta di sale, i gamberoni vengono alla luce uno ad uno, svelando un intenso profumo di mare. Un altro piatto semplicissimo, ma con grandissimo carattere, reso ancor più accattivante dalla scorza di agrumi che fa ogni tanto capolino tra i granelli di sale.
Accompagniamo tutti questi piatti con un vino bianco, corposo e spiccatamente acidulo, un Inzolia-Cataratto Branciforti.
Concludiamo la cena con due dolci, uno che ritengo più adatto all’inverno o ad una cena particolarmente leggera, il classico tortino tiepido di cioccolato fondente, abbinato ad un delizioso Barolo chinato; un altro invece più leggero e adatto anche alla conclusione di una cena più sostanziosa, composto da cialda croccante, con panna montata ed una cascata di frutta, ananas, fragole e mirtilli, abbinato ad un Passito di Pantelleria.
che posto bellissimo e luminoso poi quei piatti che bonta`ravioli ripieni di zucca quelli li mangerei ciao grazie
Un posto davvero carico di atmosfera…e si mangia molto bene!
Quella torretta di melanzane, già dal tuo racconto orale, mi aveva fatto venire l'acquolina in bocca…ora vedendola…che fame!
Ho mangiato davvero bene Margherita, ed è un locale talmente ricco di opportunità da tenerlo presente per diverse occasioni!!