Il
Salone del Gusto è alle porte, importantissimo momento turistico per la città di Torino, che
dal 23 al 27 ottobre diventerà crocevia delle culture gastronomiche di tutto il mondo.
Le giornate del Salone e di Terra Madre non sono però da vivere soltanto all’interno dell’esposizione, ma su tutto il territorio cittadino, con la serie di iniziative del Salone Off: aperitivi, degustazioni, visite di scoperta.
Particolare rilievo tra queste iniziative ha Corona Verde: #UrbanFarming metropolitano. Il verde urbano di Torino, con i suoi parchi e giardini, comincia ad essere noto anche ai turisti, che al loro arrivo in città soprono una realtà tutt’altro che grigia.
Ancora poco conosciuto, invece, è il sistema di orti, vigneti, seminativi e prati che circondano Torino con importanti implicazioni produttive, ambientali, sociali e culturali.
Per me, interessata alla biodiversità e alla stagionalità per ragioni culinarie, questa è stata una piacevolissima scoperta. Vi lascio qualche numero: 108.000 ettari di seminativi, 119.000 ettari di prati e pascoli, 1300 ettari di vite, 3600 ettari di coltivazini legnose e 280 ettari di orti familiari.
Questo sistema può essere indagato e conosciuto attraverso una serie di incontri gratuiti nei giorni del Salone del Gusto alla scoperta della Corona Verde Torinese e dell’#urbanfarming.
Qualche spunto di visita:
– Porta Palazzo, ma non solo.
Porta Palazzo è il più grande mercato europeo all’aperto. Da scoprire, il mercato dei contadini, una festa di colori e sapori di stagione, dove i contadini ormai non sono solo quelli piemontesi da generazioni, ma anche i nuovi piemontesi arrivati da lontano, con i loro ortaggi tipici che ai nostri climi hanno trovato modo di svilupparsi fiorentemente. Sono da scoprire anche i tesori storici, l’antica Tettoia dell’Orologio, simbolo del mercato da quasi 100 anni, la Galleria Umberto I, un poco più vecchia e le antiche ghiacciaie ipogee che conservavano per tutta la stagione calda la neve delle Alpi, a scopo di conservazione dei cibi.
Oltre a Porta Palazzo , i mercati di
Campagna Amica, che tutto l’anno, di domenica in domenica, di piazza in piazza, portano i contadini in città.
– L’orto urbano di
Cascina Quadrilatero. Uno spazio “inutilizzato” che costituiva solo la copertura dei parcheggi sotterranei degli edifici aggettanti sulla piazza.
Da giugno, grazie all’intervento di Coldiretti è spazio di aggregazione sociale, di coltivazione condivisa e di didattica per i bimbi delle scuole.
– La
vigna di Villa della Regina, un primato non solo per l’Italia. In Europa ci sono soltanto altre due vigne in città, quella di Parigi a Montmartre e il sistema di vigne urbane a Vienna. Il Freisa
Balbiano – Villa della Regina è anche l’unica DOC torinese. Insieme al vino, la grappa e le Pastiglie Leone aromatizzate al Freisa, mentre nascosti e da scoprire sono gli
apiari di Villa della Regina, che producono miele millefiori, con un’occhio al reinserimento sociale, grazie alla Cooperativa Uno di Due Onlus.
– I Potager Royales di Venaria Reale, spazi che – come accaduto alla Villa della Regina – sono tornati alla loro funzione d’origine, quando gli spazi agricoli produttivi si innestavano a contatto diretto con le architetture nobiliari. Gli orti non sono soltanto decorativi, ma producono ortaggi e frutta, naturalmente seguendo il ritmo delle stagioni e a seconda del clima più favorevole per ciascuna coltura. I due potager e i due frutteti hanno colture diversificate per stimolare la curiosità e l’esplorazione dei giardini. Venaria Reale è stata la location di
Ortinfestival, la manifestazione dedicata alla cultura del verde, per la quale è già prevista una seconda edizione nella primavera del 2015.
–
650 lotti di ortosociale situati tra Venaria e Borgaro Torinese, approntati da
GardenChef, assegnati ad altrettante famiglie in pochissimi giorni, che oggi sono spazio di vera e propria produzione agricola e diventano nei giorni di festa anche spazio di aggregazione familiare. Le famiglie interessate, alle quali è stata messa a disposizione la terra e l’acqua, si sono occupate di trasformare quest’angolo di campagna in una distesa ordinata di appezzamenti che rispondono alle esigenze di consumo di ortaggi per una famiglia di quattro/cinque persone e sono l’emblema del ritorno al naturale e alla terra degli ultimi anni.
A questi orti privati, si accostano le realtà di
Garden Chef, dove 36 ristoranti si riforniscono di agricoltura biologica e sostenibile e di
OrtoMarket dove anche i privati cittadini possono fare la spesa direttamente dalla pianta, annullando i costi derivati dal passaggio coltivatore-grossista-commerciante acquistando direttamente dal contadino.
I tour sono guidati e gratuiti, previa prenotazione, e a questi si aggiungono alcuni tour a pagamento alla scoperta di orti e cucine di alcune residenze reali attorno a Torino.
Qui sotto una massima del programma, scaricabile a questo link: Urban Farming Programma.
[clicca sull’immagine per ingrandire]
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Con gli ortaggi colti direttamente dalla pianta all’Ortomarket, gli ultimi peperoni e melanzane della stagione, ho preparato una pasta con peperoni e cannellini, delle melanzane a funghetto, una parmigiana.
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