Sant Jordi e Casa Battló, una leggenda, un’ispirazione. La leggenda del San Giorgio catalano e l'ispirazione di Antoni Gaudi.
Un tempo lontano lontano nella città di Montblanc giunse un drago terribile che sputava fuoco, rendeva l’aria irrespirabile, distruggeva i raccolti, divorava i bambini senza disdegnare gli adulti. Poiché tormentava tutta la popolazione, il consiglio della città decise che ogni settimana venisse estratto a sorte un uomo o una donna che si offrisse alla terribile bestia.
Così fu: uno sfortunato si sacrificava per salvare tutti gli altri dallo scempio, con la speranza che il drago prima o poi se ne andasse. Invece venne il giorno in cui si estrasse il nome della Principessa di Montblanc.
Il popolo si disperò, perché era una principessa molto amata; ma poiché era anche molto onesta e coraggiosa, lei non si tirò indietro e volle andare incontro alla propria sorte.
Tutta la città si riunì per assistere al sacrificio della Principessa, riempiendo di lacrime e singhiozzi il campo dove doveva avvenire la tragedia. Ma, appena il drago arrivò tra sbuffi di fumo e bagliori di fiamma a pretendere il suo tributo, ai margini della foresta apparve un cavaliere dall’armatura scintillante e il cavallo bianco.
Il silenzio scese sulla piana: il cavaliere partì al galoppo verso la bestia infernale, sguainò la propria spada e con un solo colpo infilzò il drago che morì sul colpo. Subito dal suo sangue nacque un roseto, dai fiori così rossi che non si erano mai visti. Il cavaliere, che si presentò come Jordi, colse una rosa e la donò alla Principessa che poté tornare alla sua città tra le grida di giubilo di tutto il popolo.
L’antica leggenda narra che quel cavaliere fosse San Giorgio – Sant Jordi – e la città di Montblanc fosse Tarragona in Cataluñia.
La nascita di Casa Battló
Sant Jordi divenne così patrono della regione e sia San Giorgio che il suo drago sono un classico dell’apparato decorativo di moltissime architetture catalane.
Anche Gaudì a Barcelona prese spunto da questa leggenda per realizzare la sua porzione di manzana della discordia nel quartiere dell’Exaimple, all’epoca in riprogettazione. In particolare il lotto in cui Gaudì intervenne, tra il 1904 e il 1906, si trovava sul Passeig de Gracia, la strada che congiungeva il barrio gotico di Barcelona al villaggio di Gracia, all’epoca località di villeggiatura.
Josep Batlló i Casanovas, proprietario di diverse fabbriche tessili e del lotto in questione, era annoiato dell’ordinarietà del proprio edificio e si rivolse al fantasioso Antoni Gaudì per ottenere qualcosa che spiccasse nettamente sul resto del panorama archittettonico della città. Battló era addirittura pronto a far demolire completamente il lungo e stretto edificio preesistente, ma Gaudì optò per una ristrutturazione, della facciata e una ridistribuzione dell’interno.
Casa Battló doveva essere abitata dalla famiglia dei proprietari al piano nobile, ma vennero anche ricavati nel sottotetto un ampio locale, nel seminterrato dei magazzini di stoccaggio e ai piani superiori ben quattro appartamenti da mettere in affitto. La superficie totale crebbe, rispetto all’edificio preesistente, grazie a una migliore distribuzione degli spazi e allo sfruttamento di un patio centrale, un classico di molti edifici di Barcelona, che offrisse luce a tutte le stanze.
La leggenda di Sant Jordi sulla facciata di Casa Battló
Mentre la progettazione è rigorosa e volta a sfruttare tutte le innovazioni tecniche per ottenere una migliore fruizione dello spazio edilizio, Gaudì non perde occasione di mettere in mostra la sua vena fantasiosa.
Spariranno gli angoli e la materia si manifesterà abbondantemente nelle sue rotondità astrali: il sole vi penetrerà per i quattro lati e sarà come un’immagine del paradiso. Si potrà trar partito dai contrasti e così il mio palazzo sarà più luminoso della luce
La facciata, costruita in pietra arenaria del Montjuic, è aggettante e poggia su colonne imponenti che al principio vennero anche criticate. La linea usata è quella curva, enfatizzata dall’effetto del sole sulle maioliche e sui vetri inseriti sulla superficie, che riflettono la luce diversamente a ogni ora del giorno creando effetti cangianti, come di squame… Di un drago?
I balconi, che ricordano dei teschi, e le colonne dell’ingresso, simili a ossa, sembrano evocare le vittime del drago. Il tetto dalla linea sinuosa ancora a squame, ricorda il profilo della terribile bestia, così come all’interno del sottotetto gli archi catenari possono alludere alla sua cassa toracica e il particolare decorativo dell’ingresso rappresenta la sua coda. All’ultimo piano, un balconcino a forma di fiore è conosciuto come “quello della Principessa”, mentre la torretta rappresenta la spada di Sant Jordi, con l’impugnatura a quattro bracci e le iscrizioni che simboleggiano i nomi di Gesù, Maria e san Giuseppe.
La festa di Sant Jordi, libri e rose rosse
Il 23 aprile, festa di Sant Jordi, la facciata di casa Battlò si colora di rose rosse.
In questo giorno speciale, considerato il San Valentino catalano, gli innamorati si regalano rose rosse. Dal 1995, il 23 aprile è anche diventato Giornata mondiale del libro, innescando l’usanza, subito divenuta tradizione, di scambiarsi rose e libri.
Barcelona e la Cataluñia tutta si riempiono di bancarelle e si fa festa (e cultura!) ad ogni angolo… come accadde alla sconfitta del terribile drago!