I biscotti di Prato I biscotti facili e tradizionali, che piacciono (quasi) a tutti!
Biscotti di Prato o cantucci? La disputa è centenaria, il solo vero segreto è che sono buonissimi.
Nella provincia di Prato c’è una vera “strada dei biscotti” con tante golose specialità come carmignanini, zuccherini, anicini e via dicendo… Ma i biscotti di Prato sono inconfondibili: semplici e croccanti fatti con farina, zucchero, uova e mandorle.
La storia
Narra la storia che non nacquero a Prato, ma derivarono dai bischotelli fiorentini descritti da Francesco Redi alla corte di Cosimo de’ Medici nel XVII secolo.
Proprio qui nasce la disputa tra biscotti di Prato e cantucci, che deriverebbero invece da un antico pane dolce all’anice, affettato e biscottato (come i genovesi biscotti del Lagaccio), soltanto in seguito preparati con le mandorle. Un aiuto nel dirimere la questione proviene dall’etimologia: cantuccio deriva dal latino “cantellus” che significa semplicemente fetta di pane.
Herman Hesse apprezzò così tanto questi biscottini che li descrisse come gli unici che gli facevano tornare il buonumore, mentre Pellegrino Artusi racconta, ne “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiare Bene”, del suo incontro con lo squisito e gentilissimo pasticcere Antonio Mattei, papà dei biscotti di Prato dal 1858.
La ricetta
mandorle 160 g
uova 3