Claude Monet, entrare nella sua arte Dalla celebre casa museo di Giverny, al b&b della Maison Bleue, alla mostra multimediale di Stupinigi
Claude Monet è il più celebre e il più puro tra gli impressionisti. Parigino di nascita e normanno d’adozione, a detta dei contemporanei era uomo forte, possente, dalla voce squillante e dall’energia inaffondabile.
En plein air
Eccolo a parlare di sé e della propria infanzia:
«ero un ragazzo naturalmente indisciplinato (…) anche nella mia infanzia odiavo obbedire alle regole … Vivevo la scuola come una prigione e odiavo trascorrere il mio tempo lì, anche se per sole quattro ore giornaliere». Il suo elemento era l’aria aperta, «dove il sole era allettante, il mare affascinante, e dove era semplicemente meraviglioso correre lungo le scogliere, o magari sguazzare nell’acqua».
Di fronte a questa testimonianza la sua pittura en plein air prende subito un significato più intimo e profondo, legato alla personalità dell’artista.
Il colore
L’altro elemento caratterizzante non solo della sua concezione di arte, ma della sua vita intera è il colore.
Basta osservare la casa di Giverny, trasformata in museo, in cui Monet abitò con la seconda moglie Alice Hoschedé con i sei figli di lei e i due che aveva avuto con la prima moglie Camille.
La casa in Normandia era abbastanza vicina a Parigi, tale da attrarre gli amici per una visita: i pittori Renoir, Sisley, Cézanne e molti altri, contrapposti agli amici in visita da Londra, Venezia, Chicago… mentre dalla stessa Giverny l’unico visitatore abituale era l’Abate Toussaint. Ma era anche abbastanza distante da non rappresentare la “casa della domenica”.
Qui Claude e Alice vissero una vita all’insegna della semplicità e assieme del bel vivere. I colori squillanti scelti per arredarla ancora oggi lasciano un’idea dell’allegria e della vitalità della coppia.
La sala da pranzo è tutta giallo cromo; la cucina brilla delle mattonelle di Faenza sui toni dell’azzurro e del turchese.
Monet e la buona tavola
A onor del vero Monet non frequentava molto la propria cucina, pur essendo un curioso e appassionato buongustaio. L’organizzazione degli inviti spettava tutta ad Alice, instancabile e profonda conoscitrice dei gusti del marito.
Dai racconti dei contemporanei Monet amava avere ospiti soprattutto a pranzo, poiché alla sera cercava di coricarsi non più tardi delle nove e trenta per sfruttare ogni minuto di luce del giorno seguente. A tavola amava in particolare gli arrosti e la selvaggina e dalla casa di Giverny è giunto fino a noi un prezioso ricettario con i segreti della cucina della famiglia Monet, edito in Italia da Guido Tommasi.
Entrare nell’arte di Monet
Se a Giverny oggi si può soggiornare in un’altra casa sempre appartenuta alla famiglia Monet, da poco diventata b&b, c’è un altromodo per entrare nelle opere e nell’arte del celebre impressionista.
Proprio questo weekend ha inaugurato alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, nella citroniera di ponente o di levante, una mostra multimediale che accompagna i visitatori in un percorso “pop” alla scoperta di Monet.
“Claude Monet – The immersive experience” è prodotta e distribuita a livello internazionale dall’azienda belga Exhibition Hub e dall’azienda torinese Dimensione Eventi, già partner per molte mostre, tra cui “Van Gogh – The Immersive Experience”.
Il visitatore cammina all’interno dei quadri, grazie ad un innovativo sistema di proiezione 3D mapping.i dipinti più conosciuti di Monet prenderanno vita e ogni superficie diventerà arte… pareti, soffitti… in una continua sensazione di movimento e mutabilità. L’intento è quello di far diventare l’osservatore protagonista attivo dell’opera.
Il percorso è di circa un’ora e si conclude con l’esperienza ai visori in cui si viaggia tra musica e immagini tra i dipinti più celebri.
Tutte le informazioni sulla mostra le trovate qui: Monet Experience.
Per qualche ricetta di Monet invece vi rimando alle prossime settimane, magari dal capitolo sulle uova o da quello delle ricette per l’ora del té…